"Non ho ucciso Sargonia", Aldobrandi rifiuta il faccia a faccia col pm e legge una memoria
“Non ho ucciso Sargonia Dankha, non ho idea se sia sparita o se le sia successo qualcosa”, legge una memoria alla Corte d'Assise
“Non ho ucciso Sargonia Dankha, non ho idea se sia sparita o se le sia successo qualcosa”.
Così Salvatore Aldobrandi, 75 anni, originario di San Sosti (Cosenza)
ma da anni residente a Sanremo, accusato di avere ucciso Sargonia Dankha, 21 anni, di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linköping, in Svezia, inizia la lettura di una memoria scritta di proprio pugno, che stamani ha letto, in udienza davanti al Corte di Assise di Imperia.
L’imputato, infatti, ha rifiutato di sottoporsi all’esame della pubblica accusa
preferendo rilasciare spontanee dichiarazioni contenute in una lettera. Aldobrandi ha poi iniziato a raccontare i tratti salienti di quella relazione, che lui stesso ha detto essere stata ostacolata dai genitori della ragazza. “Ho conosciuto Sargonia grazie ad alcuni amici che frequentavano il Maxime e c’è stata una reciproca attrazione, anche fisica - ha raccontato - La frequentazione è durata circa un anno o poco più. Sia io che lei avevamo anche altre relazioni. Lei veniva quasi tutte le sere al Maxime. Mi ha scritto anche alcune lettere d’amore. Le ho fatto alcuni regali, perché mi faceva piacere”.
I genitori di Sargonia non vedevano di buon occhio pizzaiolo italiano
visto che aveva più del doppio degli anni della figlia. L’imputato ha anche raccontato di essere stato minacciato di morte dal papà della ragazza, ora deceduto, che avrebbe riservato lo stesso trattamento anche alla figlia. “Ai genitori di Sargonia non è mai piaciuta la nostra relazione, e per questo litigava con i suoi genitori, che volevano che si sposasse con un ragazzo greco. Sapevo che doveva andare in Grecia a sposarsi e quando era lì mi ha chiamato per chiedermi dei soldi che le ho fatto avere. Quando è tornata dalla Grecia mi ha raccontato di questo ragazzo che non voleva sposare”.
Ha poi raccontato l’episodio dell’aborto
“Nell’estate del 1995 Sargonia ha abortito e anche questo non voleva farlo sapere ai suoi genitori. Cercava un appartamento per vivere da sola e l’ho aiutata con la cauzione. L’ho aiutata a pitturare le pareti ed è l’ultima volta che ho visto Sargonia, infatti sabato 11 novembre 1995 ho solo sentito la sua voce, ma non l’ho vista”.
Secondo Aldobrandi, che ha chiesto di ascoltare alcune testimonianze
Sargonia sarebbe stata vista nei giorni successivi alla scomparsa. “L’hanno vista salire su una macchina bianca insieme a un ragazzo straniero”, ha affermato. E poi: ”Un ragazzo ha visto Sargonia il 15 novembre verso le 21,20 su un marciapiede” e ancora “Una sesta persona ha visto Sargonia il 17 novembre con una donna straniera in strada; un’altra il 21 in una stazione di benzina”.
Nel corso della mattinata la Corte ha ascoltato anche l’attuale moglie di Aldobrandi
che nel definirlo un papà perfetto, ha poi aggiunto: “Ho sempre desiderato che i miei figli avessero il carattere del papà: un uomo che ha sempre lavorato e ha sempre avuto rispetto della famiglia. La famiglia del ‘Mulino bianco’ non esiste. Discutiamo per delle sciocchezze, ma alla fine abbiamo sempre fatto la pace. Non mi ha mai picchiato, né minacciato”.
Della storia di Sargonia ha quindi detto di esserne venuta a conoscenza dai giornali e di non saperne nulla: “Quando ho letto il giornale mi sono spaventata, ma conoscendo mio marito so che me ne avrebbe parlato se davvero c’entrasse qualcosa con questa storia”.
Fabrizio Tenerelli