chiesto l'ergastolo per aldobrandi

"Non siamo qui per vendetta o per soldi, ma per la dignità di Sargonia"

“La speranza di trovare giustizia per Sargonia, una speranza che loro hanno cercato per 29 anni e che forse hanno trovato"

"Non siamo qui per vendetta o per soldi, ma per la dignità di Sargonia"
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La speranza di trovare giustizia per Sargonia, una speranza che loro hanno cercato per 29 anni e che forse hanno trovato a 2.300 chilometri di distanza”.

A parlare è l’avvocato Francesco Rubino

legale di parte civile della famiglia di Sargonia Dankha, 21 anni, di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linköping, in Svezia. Alla sbarra con ,’accusa di omicidio c’è ora l’ex compagno, Salvatore Aldobrandi, nei confronti del quale oggi è stato chiesto l’ergastolo.

Rubino ricorda quando la madre di Sargonia, Ghariba Danka, chiede

“Avvocato in Italia si può fare un processo senza il corpo?”. “In questi anni - ha aggiunto il legale - ho compreso che dietro a quella domanda si celava in realtà qualcos’altro, si celava un ultimo grido di aiuto, di speranza suo e di suo figlio (Nino Dankha, fratello di Sargonia, ndr). Il legale parla rivolto ai familiari della giovane: “Mi sono chiesto però anche perché avete voluto tutto questo, perché non avete preferito che il tempo cancellasse la dolorosa memoria della vostra cara Sargonia? Perché vivere un processo lungo, travagliato, in cui il ricordo di dolori antichi riaffiorasse e graffiasse il suo cuore di madre oppure rievocasse la rassegnazione e la tristezza di un fratello? Perché rischiare che si riaprisse una ferita che il tempo stava cicatrizzando?”.

Rubino precisa alla Corte, che non è certo per finalità retributive e neppure per vendetta

che la parte civile si trova oggi in tribunale. “Allora perché la parte civile è qui oggi? - incalza -. Perché questo processo è l’unico strumento che ha questa famiglia per affermare che la vita di Sargonia ha un valore, ha una sua dignità (…). Ebbene tre anni fa, gettando le basi per questo processo, questa famiglia ha deciso di riaffermare questa vita, ha voluto dirci che non è vero che di Sargonia non rimane più nulla. Io sono, credo, riuscito a rispondere a quella domanda, signora, se in Italia è possibile processare una persona quando il corpo non è stato più trovato. In realtà, però, non sono riuscito a rispondere all’altra domanda che in un freddissimo pomeriggio di novembre dell’anno scorso, mi ha fatto quando sono andato a Linköping, e la domanda è: 'Avvocato, lei riuscirà a scoprire dov’è il corpo di Sargonia?’”.

Fabrizio Tenerelli

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