Cyberbullismo

Cinquemila studenti a scuola di cybersicurezza

Super evento nazionale ospitato, in streaming dalla scuola Pascoli di Sanremo

Cinquemila studenti a scuola di cybersicurezza
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Si è svolto questa mattina, per il secondo anno consecutivo, l'incontro presso l'istituto comprensivo Sanremo Levante (scuola Pascoli di Sanremo) che ha visto diversi attori, dall'Unesco alla Polizia Postale e Fondazione Franchi , passando per gli insegnanti, parlare di sicurezza sul web, buone pratiche e cyberbullismo in occasione del Safer Internet Day (che in realtà è il 7 febbraio), ricorrenza istituita nel 2004 dall'Unione Europea, che punta a sensibilizzare i giovani (ma non solo) sui rischi che si corrono in rete e sulla cybersicurezza.

 

Circa 5000 studenti da tutta Italia per l'incontro sul  Safer Internet Day

Il quartier generale per l'operazione è stata la scuola sanremese, ma in realtà, in collegamento streaming, hanno partecipato alunni da tutta Italia: circa 200 classi sparse per tutta la penisola per quasi 5000 studenti (e insegnanti) connessi nell'importante incontro. Tra i relatori il professore e formatore digitale Andrea Cartotto, (moderatore) il presidente del Club per l'Unesco di Sanremo, Ciro Esse, Claudio Bagnasco, referente regionale dell'Ufficio Scolastico per quanto concerne bullismo e cyberbullismo, la dottoressa Stefania Iacona Salafia, dirigente della commissione nazionale dell'Unesco (l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di educazione e cultura), l'architetto Teresa Gualtieri, presidente della Federazione Italiana dei Club per l'Unesco e il vice dirigente del Cosc ligure ( Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica)  della Polizia Postale e delle Comunicazioni Roberto Surlinelli.  Tanti i temi trattati, sempre nell'ottica della sensibilizzazione delle nuove generazioni, esposte al web, ad un uso corretto e sicuro di internet e dei social network.

 

L'Unesco in prima linea per la cybersicurezza

Oltre all'impegno dell'Unesco nella lotta senza quartiere alle fake news, pericolose nel mondo di Internet tanto quanto attacchi diretti alle persone, con una campagna (Fight Fake News) volta a fornire, nel 2020, un vero e proprio manuale ai giornalisti, la dottoressa Iacona Salafia ha riportato dei dati significativi, estrapolati dall'ultimo report firmato dall'agenzia delle Nazioni Unite: a livello globale, 3 ragazzi su 10 hanno subito, almeno una volta, episodi di bullismo. Sul web la situazione cambia poco: sugli otto miliardi di esseri umani, almeno uno su dieci è stato vittima di episodi di cyberbulling. «La formazione è importante- ha detto la dottoressa- Nell'agenda 2030 dell'Unesco si spinge sull'educazione perché è solo grazie a questo aspetto che potremo avere un mondo migliore».

 

«I rischi sono tanti- ha aggiunto la Gualtieri- , ma sono tantissime anche le opportunità. Anche io ho sempre in mano questi dispositivi perché, in realtà, sono utilissimi. L'importante è prestare attenzione alle modalità di utilizzo. Le conseguenze drammatiche- ha detto rivolta alla vasta platea di studenti in ascolto- legati all'utilizzo delle nuove tecnologie, si possono evitare: pensate che ogni volta che voi affidate una foto, un commento, al web, poi non potete più controllarli. Per il resto, il vostro ruolo è anche quello di aiutare noi adulti ad addentrarsi in questo nuovo mondo».

 

Cybersicurezza sotto la lente "E' fondamentale la cultura del rispetto"

Per introdurre i rischi dei comportamenti scorretti sul web, il professor Bagnasco ha utilizzato una metafora, volta a far comprendere ai giovani spettatori le difficoltà intrinseche del campo e come meglio approcciarsi alla cybersicurezza «Quando ho la febbre, mi curo. Ma sul web, avere la febbre significa che per stare meglio, io debba risalire necessariamente alle cause che hanno provocato l'innalzamento della temperatura. E' fondamentale la cultura del rispetto, della protezione e della cura. Quando noi ci approcciamo ai social network e ad internet, dobbiamo pensare che dall'altra parte ci sono delle persone e nessuno vuole che il suo amico sia bersaglio di parole offensive o comportamenti scorretti. Bisogna proteggere e prendersi cura di quegli elementi più fragili, che sembrano catturati nel vortice del bullismo. Non intervenire, quando qualcuno viene emarginato o sottoposto ad atti di bullismo poco si discosta dalla complicità». Sostanzialmente, il professore ha sottolineato come gli episodi spiacevoli, a volte persino drammatici, scaturiti dall'utilizzo scorretto dei media, non sono imputabili direttamente ad internet, che nemmeno è un persona fisica, ma proprio alla condotta degli utenti. Su internet, niente si cancella e la memoria del sistema è eterna. Un concetto ripetuto anche dal dirigente della polizia postale Surlinelli.

 

L'intervento del dirigente Roberto Surlinelli

L'ingegnere elettronico della Polizia, tra i massimi esperti dei rischi che riguardano la rete, ha ribadito l'importanza di misurare i propri interventi, prima che possano avere rilevanza penale. Attualmente il dirigente è "ospite" di Sanremo, in occasione del Festival della Canzone Italiana, nel truck della Polizia Postale in Piazza Colombo, che a breve ripartirà per lo Stivale per raggiungere varie città della penisola per parlare ai giovani della cybersicurezza.

Una domanda frequente, tra gli studenti, riguarda la licenza di utilizzo di determinate piattaforme che prevedono un limite di età (ad esempio WhatsApp, tra le app più utilizzate al mondo, che prevede il limite di 16 anni): perché ci si può iscrivere lo stesso, dichiarando il falso, senza che nessuno lo impedisca? «La situazione è complicata- ha detto Surlinelli- per diversi aspetti. Facciamo l'esempio della guida senza patente: non capita spesso, ma non è impossibile. per guidare un motociclo, bisogna aver 14 anni e una patente apposita. E' molto difficile, obbliga a "metterci la faccia", ma è possibile che accada che qualcuno conduca un motociclo senza la patente. E soprattutto c'è un codice, ossia una serie di leggi che regolano la conduzione dei mezzi e controlli della Polizia Stradale o Locale volti a garantire il rispetto delle regole».

«Per l'utilizzo delle piattaforme web- ha aggiunto- , non esistono vere e proprie leggi: si potrebbe parlare di un contratto, che nel momento in cui viene dichiarato il falso risulterebbe nullo, fatto che solamente garantisce soltanto  che una vittima, nel caso abbia subito dei danni, si possa rifare solo contro l'aguzzino in termini di risarcimento e non verso la piattaforma stessa. Oltretutto- ha concluso- il web è mondiale, ci sono anche dei problemi di giurisdizione. Oltre al fatto che questi contratti spesso si basano su sistemi di diritto diversi da quello italiano».

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