Omicidio Palumbo: il killer si pente ma non ricorda nulla

Omicidio Palumbo

“Mi sono pentito, ma non ricordo più nulla da quando ho cercato di aprire quella porta e la mano mi è rimasta schiacciata”. Così Vincenzo Mercurio, 54 anni, l’ex commerciante ambulante di Ventimiglia, accusato dell'omicidio del medico legale Giovanni Palumbo, 61 anni, di Vallecrosia, assalito, il 27 settembre 2018, nel suo studio di via Fratti, a Sanremo, per quella che parrebbe essere la vendetta per una perizia, nell'ambito di un procedimento giudiziario legato alla perdita della vista da un occhio, ha esordito, stamani, davanti al gup Massimiliano Botti, di Imperia, all’udienza preliminare.

Mercurio

difeso dagli avvocati Enrico Nan e Carlo Biondi, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, raccontando tutto i retroscena del delitto, che sarebbe stato commesso nell'ambito di un procedimento giudiziario legato alla perdita della vista da un occhio. Non era la prima volta che Mercurio aggrediva un medico.

Il 19 marzo del 2014, nel poliambulatorio (ex ospedale Santo Spirito), di Ventimiglia, aggredì con una bastonata al volto: Domenico Contursi, 40 anni, l'oculista accusato di avergli fatto perdere la vista da un occhio, dopo una semplice visita. Contursi venne medicato e dimesso con prognosi di trenta giorni. Arrestato con l'accusa di lesioni venne successivamente condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione. L'udienza è stata aggiornata al 13 dicembre per la discussione.

L'avvocato Marco Bosio

“L’imputato ha presentato richiesta di rito abbreviato ed io mi sono costituito parte civile per la famiglia, la moglie e i due figli e per l’Ordine dei medici di imperia. In relazione alla costituzione era stata fatta opposizione da parte della difesa dell'imputato. Opposizione che il giudice ha rigettato, ammettendo la costituzione per una lesione che riguarda anche l’Ordine dei medici. L’udienza è stata rinviata per la discussione del rito abbreviato al 13 dicembre. L’imputato ha reso dichiarazioni spontanee: ha ripercorso la sua storia facendo riferimento a quelli che lui ritiene degli atteggiamenti di malasanità nei suoi confronti. Poi ha cercato di ridimensionare il fatto, ma a mio avviso non è riuscito assolutamente a a scardinare l'impostazione accusatoria che vede due aggravanti importanti che sono la premeditazione e la crudeltà. È stato dichiarato pienamente capace di intender e di volere. Nell'incidente probatorio è stata svolta una perizia approfondita sulle sue capacità ed è emersa la piena imputabilità. Si è scusato genericamente con la famiglia. Si tratta di una ferita grandissima che potrà essere colmata solo da sviluppo attento del meccanismo giudiziario per arrivare a soluzione che possa ricomporre una lacerazione in questa famiglia”.

L'avvocato Enrico Nan

E' stata una ricostruzione di tutta la vicenda, alternata anche da alcuni pianti in relazione al quale Mercurio si è più volte pentito, ha espresso parole di pentimento e ha chiesto perdono per i fatti che ha commesso.

Ha ricostruito un po' tutta la sua storia personale, familiare, le motivazioni che lo hanno portato ad uno stato molto emotivo per la perdita della vista sicuramente da un occhio e in parte dall'altro occhio e quindi ha raccontato tutti i passaggi, le fasi, che lo hanno portato a questo episodio per il quale, ripeto, ha chiesto perdono alla famiglia e per il quale nella fase finale non ricorda.

Il processo è stato caratterizzato da perizie psichiatriche da parte dell'incaricato del pubblico ministero, da parte degli esperti nostri e della parte civile che hanno visitato il Mercurio e su questo ruoterà attorno molto della discussione e il giudice dovrà valutare se in quell'occasione il fatto è avvenuto in piena coscienza o in un momento di mancata lucidità tale da non ritenere presente la capacità di intendere e volere.

Abbiamo chiesto il rito abbreviato che è stato formalizzato e accettato. E' stata rinviata l'udienza. Nella prossima udienza ci saranno le discussioni sia del pm che della parte civile che nostra e quindi si andrà alla sentenza.