Omicidio Sargonia: disposta perizia su Aldobrandi per stabilire compatibilità al carcere
Una perizia per stabilire le condizioni di salute dell’imputato è stata disposta oggi dalla Corte di Assise
Una perizia per stabilire le condizioni di salute dell’imputato, e decidere l’eventuale incompatibilità con la vita carceraria, è stata disposta oggi dalla Corte di Assise di Imperia (presidente Carlo Alberto Indellicati) al processo per omicidio che vede sul banco degli imputati: Salvatore Aldobrandi, 73 anni, originario di San Sosti (Cosenza), ma da anni residente a Sanremo, accusato di avere ucciso Sargonia Dankha, 21 anni, di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linköping, in Svezia.
Sarà un pool di specialisti, composto da un medico legale, un cardiologo e un neurologo
a effettuare i riscontri clinici, tra l’altro richiesti da difensore, l’avvocato Fabrizio Cravero, sula base di una relazione di centocinquanta pagine, a firma del medico legale Andrea Leoncini, dalla quale emergerebbe l'incompatibilità dell’imputato, che da alcune udienze si presenta accompagnato da una stampella, al regime carcerario.
Risulta, infatti, che Aldobrandi ha subito un intervento
di sostituzione della valvola mitralica e di sistemazione delle coronarie, pochi mesi prima del suo arresto e lo stress dovuto alla vita in carcere, secondo il perito di parte, potrebbe portare a un aggravamento delle sue condizioni di salute. L’istanza ha trovato il parere contrario dell’accusa, sostenuta dai pm Paola Marrali e Matteo Gobbi. “L'incompatibilità è motivata dal fatto che il detenuto vive il carcere in modo negativo e questo può comportare un aggravamento della sua condizione - ha affermato Marrali -. Questo ragionamento, però, vale per tutti i detenuti che hanno una certa età e una minima patologia. Le terapie si possono fare tranquillamente in carcere, dove è lo Stato a provvedere alle necessità del detenuto. Ci rendiamo conto che, da un punto di vista umano, la richiesta è comprensibile, ma non lo è da un punto di vista giuridico”.
A seconda dell’esito della perizia all’imputato potrebbero essere concessi gli arresti domiciliari
e in questo caso sia l’attuale moglie che il fratello si sono offerti di accoglierlo. L’udienza è poi proseguita con l’audizione dei testi di parte civile, tra cui: Conny Petterson, all'epoca dei fatti tecnico criminale della polizia di Linköping, che assieme ad alcuni colleghi ha perquisito l'abitazione di Aldobrandi. “Abbiamo cercato nei laghi e nei boschi con i cani molecolari, e scavato dove ci veniva segnalata la presunta presenza di resti umani, senza mai trovare nulla - ha detto alla Corte, relazionando sulle indagini, che sono proseguite successivamente alla scomparsa della donna -. C’è stato un periodo in cui sono arrivate tantissime segnalazioni dalle persone, perché il caso era molto seguito. Abbiamo cercato anche in un posto fuori Linköping dove Aldobrandi andava a prendere funghi”.
Fabrizio Tenerelli