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Processo in Corte di Assise
Omicidio Sargonia, il tecnico forense inchioda Aldobrandi: "Tracce di sangue e capelli"
C'era molto sangue che colava dalla guarnizione in plastica del portabagagli dell’auto", ha detto il teste, nel corso della deposizione
Il tecnico forense della polizia svedese Christer Branthamme ha testimoniato stamani, in video collegamento con la Corte di Assise, di Imperia, al processo contro il pizzaiolo Salvatore Aldobrandi, 73 anni, originario di San Sosti (Cosenza), ma da anni residente a Sanremo, accusato di avere ucciso Sargonia Dankha, 21 anni, di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linköping, in Svezia.
L’imputato, arrestato il 17 giugno del 2023
deve rispondere di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e soppressione di cadavere. “C'era molto sangue che colava dalla guarnizione in plastica del portabagagli dell’auto - ha detto il teste, nel corso della deposizione -. Sulla cappelliera abbiamo trovato anche un lungo capello nero. Altre tracce di sangue sono state trovate nell'appartamento di Aldobrandi, sotto il lavandino del bagno e in camera da letto”. Sangue e capelli appartenevano a Sargonia Dankha.
L’avvocato Francesco Rubino, che assiste in giudizio la famiglia di Sargonia
ha mostrato una serie di documenti inediti ora acquisiti agli atti del processo, come deciso dalla Corte d'Assise di Imperia presieduta dal giudice Carlo Alberto Indellicati. Aldobrandi si è sempre dichiarato innocente, per l’omicidio di Sargonia - il cui corpo non è mai stato ritrovato - ma dovrà spiegare il motivo per cui nel bagagliaio dell'auto dell'ex moglie, di cui aveva chiesto il prestito il giorno dopo la misteriosa scomparsa della giovane, con la quale aveva avuto una relazione burrascosa, gli investigatori hanno trovato tracce ematiche e capelli della presunta vittima.
Fabrizio Tenerelli
