Operaio morì cadendo da ponteggio, in aula depone il figlio della vittima
La deposizione del figlio: "Ho sentito delle urla, sono accorso e l’ho trovato a terra, con la scala ancora appoggiata al muro”

“Quando è successo il fatto, io ero vicino al camion, nel piazzale, mentre mio padre era nel vicolo dove c’era la scala. Ho sentito delle urla, sono accorso e l’ho trovato a terra, con la scala ancora appoggiata al muro”.
A deporre, oggi, davanti al giudice monocratico Eleonora Billeri, di Imperia
è Samuele Spanò, indagato per omicidio colposo per la morte del padre Carmelo Spanò, 51 anni, padre del titolare della ditta “Sc Edilizia Generale”, di Ventimiglia, che perse la vita il 17 dicembre del 2022 per lesioni riportate, dopo essere caduto da una scala, da un’altezza di circa tre metri, nel cantiere di via Cavour, nella città di confine, dove stava lavorando assieme al figlio.
“Dovevamo valutare la possibilità di montare un ponteggio per il condizionatore. Il montaggio sarebbe comunque avvenuto in un secondo momento perché eravamo già impegnati in un altro cantiere”, ha poi aggiunto.
Nel chiarire la propria posizione
Samuele (difeso dall’avvocato Marco Bosio) ha comunque spiegato: “La ditta era intestata a me, perché mio padre, ai tempi, aveva avuto problemi con l’agenzia delle entrate e avevamo deciso di aprire a mio nome. Ma il principale era lui. Io ero un semplice operaio, faceva tutto lui”.
Oltre a Samuele (Sc Edilizia Generale Spanò)
oggi è stato ascoltato anche un secondo imputato, Stefano Raimondo (avvocato Roberto Vigneri), il quale ha precisato di aver eseguito lavori di muratura nell’abitazione di Garlet, che sono terminati a metà settembre 2022.
“Conoscevo Carmelo Spanò come collega. Lui era specializzato nel montaggio di ponteggi, io sono un artigiano - ha detto -. Sono intervenuto subito dopo l’incidente perché Garlet mi ha avvisato. Il figlio non lo conoscevo, non ho mai avuto contatti con Samuele”.
Successivamente ha deposto l’ingegnere Marco Sartini
il quale ha fornito ulteriori dettagli tecnici sulla dinamica dell’incidente: “Dopo il sopralluogo effettuato recentemente, possiamo dire che la situazione nel vicolo è identica a come era stata lasciata dopo l’incidente. La scala non era fissata, ma è rimasta nella sua posizione. Se l’oscillazione della scala avesse causato la caduta, anche la scala sarebbe caduta, ma così non è stato. Questo mette in dubbio le ipotesi dell’ispettore Asl. Il signor Spanò si è aggrappato a un paletto per sorreggersi: è stata una sua precisa volontà per sentirsi più sicuro in quel momento”. Il giudice ha aggiornato l’udienza al prossimo 21 maggio.
Fabrizio Tenerelli