Parchi: appello unanime degli ambientalisti per istituire un tavolo tecnico per modificare al proposta di legge

L'appello dopo che la Regione ha cancellato mille ettari di aree protette

Parchi: appello unanime degli ambientalisti per istituire un tavolo tecnico per modificare al proposta di legge
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L'appello dopo che la Regione ha cancellato mille ettari di aree protette

Alla luce del dibattito attualmente in corso presso il Consiglio Regionale della Liguria sul DDL in oggetto ed in coerenza con le osservazioni presentate da Federparchi Liguria nel corso dell’audizione presso la IV Commissione consiliare della Regione Liguria in data 8 ottobre 2018, Federparchi Liguria ritiene utile, al fine di una condivisione più estesa possibile ai contenuti della legge in discussione, l’istituzione di un tavolo tecnico nell’ambito del quale possano emergere gli indubbi aspetti positivi scaturiti dalle modifiche ed integrazioni apportate al provvedimento in Commissione ed in Consiglio, e contemporaneamente prese in esame le criticità tuttora presenti all’interno del documento.

Fra i primi è sicuramente da annoverare l’istituzione di un sistema regionale dei Parchi che porta con sé la Conferenza del sistema regionale e la Conferenza dei direttori dei Parchi, così come la definizione del Piano regionale delle aree protette, con un ruolo centrale della Regione sulla programmazione: sono entrambi elementi che aiuteranno a dare omogeneità all’operatività delle aree protette regionali.

Altrettanto importante è il fatto che vengano esplicitate le misure di incentivazione e di priorità ai Parchi, ai Comuni che vi sono inclusi e anche ai privati che vi operano. Questi incentivi riguardano aspetti importanti come il restauro dei centri storici, il recupero dei nuclei rurali, le infrastrutture idriche, le attività agricole, le attività sportive, l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, tutte attività che grazie all’approvazione della legge avranno una priorità definita con chiarezza.

Riteniamo molto utile anche il fatto che la legge riconosca il ruolo fondamentale delle attività agricole nei Parchi e ne valorizzi il ruolo tramite una politica di “marchio dei prodotti” e la loro vendita on-line; significativa anche la possibilità di servirsi delle aziende agricole locali per poter eseguire lavori di manutenzione ambientale, incentivandone la multifunzionalità”.

La legge presenta altri aspetti positivi, come la possibilità per i Parchi di istituire biglietti di ingresso o tariffe per i servizi forniti (per esempio i parcheggi) e gestire direttamente l’organizzazione di aree fragili da un punto di vista naturalistico, anche grazie ad alcuni strumenti di supporto che la Regione si impegna a dare ai Parchi.

Permangono, come anticipato, alcune importanti criticità di cui chiediamo la correzione.Ci riferiamo in particolare al taglio non motivato di alcune centinaia di ettari dalle superfici delle aree protette, alla cancellazione della prevista istituzione del Parco del Finalese, all’ingresso del Comune di Urbe nel Parco del Beigua e alla fissazione per legge dei confini di alcuni parchi, temi non marginali e delicati sui quali si auspica che si possa aprire un tavolo di confronto.

Riteniamo altresì che debba essere affrontato, in generale, il problema della vigilanza, oggi del tutto carente, sia facilitando l’accesso tramite appositi corsi qualificanti di personale volontario, ma ancor più potenziando all’interno dei parchi regionali la vigilanza istituzionale tramite opportune convenzioni fra la Regione e le Forze dell’Ordine, analogamente a quanto avviene fra Ministero dell’Ambiente e Arma dei Carabinieri per quanto riguarda i Parchi nazionali.

In conclusione, Federparchi Liguria valuta positivamente il fatto che nella sostanza la legge si ponga l’obbiettivo di ammodernare un quadro vecchio di vent’anni, auspicando tuttavia che l’accoglimento delle proposte migliorative fornite possa rappresentare un punto da cui ripartire per poter avviare un tavolo permanente di discussione fra Regione, Sistema delle aree protette (e Federparchi che le rappresenta), categorie economiche ed associazionismo affinché sempre più i Parchi non siano un museo all’area aperta, ma un sistema integrato di gestione del territorio che, oltre a conservarne peculiarità e biodiversità, porti sviluppo sostenibile alle Comunità.

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