Parroco circonvenuto per 281mila euro: muore l'imputata e il reato si estingue

I motivi all'origine del prestito non sono ancora ben chiari, ma sembra che la donna li avesse chiesti per aiutare un familiare.

Parroco circonvenuto per 281mila euro: muore l'imputata e il reato si estingue
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Sarà dichiarato "estinto", per la morte dell'imputato, il reato di circonvenzione di incapace contestato dalla Procura di Imperia a una donna di 50 anni, Monia T., di Soldano, in provincia di Imperia, mancata nei mesi scorsi e accusata di aver raggirato il parroco (all'epoca di Camporosso), don Arturo Guglielmi, facendosi consegnare a più riprese, in due anni, dal 2013 al 2014, circa 281mila euro, tra assegni, contanti e prelievi dello stesso sacerdote in banca.

Oggi, in tribunale a Imperia, avrebbe dovuto essere dichiarata l'estinzione del reato, ma l'udienza è slittata al prossimo 9 giugno, in attesa di recuperare il certificato di morte dell'imputata.

Le indagini presero le mosse dalla banca, che si rivolse agli investigatori, dopo aver constatato i continui prelievi del parroco.

I motivi all'origine del prestito non sono ancora ben chiari, ma sembra che la donna li avesse chiesti per aiutare un familiare.

Secondo l'avvocato della difesa, Giorgio Valfrè, lo stesso parroco avrebbe più volte scagionato la propria assistita, dichiarando di aver dato quel denaro volutamente.

L'ipotesi di circonvenzione deriva da una perizia psichiatrica disposta dalla Procura, dalla quale emerse una leggera incapacità del sacerdote, che oggi comunque non esercita più.

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