Ungulati nel mirino

Peste suina "Esercito per abbattere 35mila cinghiali"

Le misure adottate dal vicepresidente Piana e le istanze delle associazioni di categoria

Peste suina "Esercito per abbattere 35mila cinghiali"
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Proseguono le riunioni tecniche promosse dal vice presidente con delega all'Agricoltura Alessandro Piana sulla peste suina africana con il tavolo odierno presso la Regione Liguria, aperto alle associazioni agricole, agli ambiti territoriali di caccia, alle associazioni venatorie e ad Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). A margine della Riunione, Coldiretti ha chiesto procedure più agili per i cacciatori perché la burocraticizzazione delle pratiche disincentiva la pratica venatoria. L'associazione di categoria ha chiesto, se fosse necessario, l'intervento dell'esercito per abbattere i cinghiali. 

 

Peste suina: il tavolo tecnico di Regione Liguria

"Dopo mesi e mesi di monitoraggi, di costi e di rischi non indifferenti per i cacciatori sotto tutti i punti di vista - spiega il vice presidente Piana - non si può ulteriormente procrastinare la fase successiva alle recinzioni, di eradicazione della peste suina africana anche con modifiche sostanziali dei regolamenti di competenza regionale sul controllo e il depopolamento dei cinghiali. Continueremo a chiedere risposte ai Ministeri: mi auguro di trovare finalmente un adeguato feedback con questo nuovo governo. Anzi, per essere più incisivi, insieme alle associazioni agricole, all’associazione nazionale comuni italiani Liguria, alle associazioni venatorie liguri e ai rappresentanti degli ambiti territoriali di caccia riuniti in presenza oggi stiamo costituendo un tramite comune con la struttura commissariale alla peste suina africana e con il Ministero della Salute affinchè venga rivista l’ordinanza commissariale n.4/2022 nelle parti di impedimento all’avvio delle modalità di depopolamento dei cinghiali nelle zone di restrizione derivanti dalla presenza del virus".

 

 

Tra le azioni imminenti abbiamo ricevuto larga condivisione sulle proposte di modifica delle modalità di controllo dei fondi agricoli già vigenti in Regione Liguria per dare maggiori elementi di tutela. In particolare, abbiamo proposto di aggiungere i cacciatori di selezione in affiancamento o sotto il coordinamento del Nucleo regionale di vigilanza faunistico ambientale negli interventi di depopolamento del cinghiale del PRIU (Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale). In aggiunta, inoltre, gli interventi di controllo di autodifesa potranno essere condotti sui fondi agricoli in possesso o in conduzione e sui terreni confinanti, previo nullaosta scritto del proprietario o conduttore da trasmettersi all'Amministrazione regionale".

 

Coldiretti: "Deve intervenire l'esercito"

«La nostra Federazione regionale ha sostenuto con forza la necessità di intervenire con estrema urgenza per rispettare il piano di depopolamento dei cinghiali. La situazione è troppo grave e pericolosa – incalzano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, Presidente di Coldiretti Liguria e Delegato Confederale – per perdersi adesso in diatribe sulle cause del sovrappolamento. Ci sarà tempo per questo. Ora è il momento di agire senza tentennamenti inutili e burocrazie eccessive. La Regione deve fare intervenire l'esercito e agevolare e incentivare chi può esercitare la caccia e gli abbattimenti»

 

"La burocrazia disincentiva la caccia"

La stagione di caccia si è aperta lo scorso 2 ottobre. Il PRIU (Piano Regionale di Interventi Urgenti, stilato proprio per fronteggiare la peste suina) prevede l'abbattimento fino a 35.451 esemplari di ungulati. Circa il 180% in più di quanti ne sono stati uccisi lo corso anno.  Secondo Coldiretti esiste un surplus di regolamenti e prassi: insomma, la burocrazia disincentiva a praticare l'arte venatoria, in uno scenario che -secondo l'associazione di categoria- prevede come priorità l'abbattimento degli esemplari contagiati, come seconda fase dopo, i recinti di contenimento a cavallo tra Piemonte e Liguria. 

 

"I cinghiali cacciabili non devono scendere sotto i 35mila"

“Come Coldiretti – continuano Boeri e Rivarossanon intendiamo scendere a compromessi: il contingente cacciabile non può e non deve scendere sotto i 35.451 capi previsti. Le istituzioni devono prenderne atto e trovare una via alternativa per portare a termine tali operazioni, fondamentali per la sicurezza di cittadini, agricoltori e allevatori della Liguria, arrivando a mettere in campo anche l'esercito se necessario. È giusto altresì modificare il regolamento, così che sia consentita una miglior autodifesa attiva dei fondi da parte dei proprietari, e finanziare un ulteriore utilizzo di gabbie nei territori urbanizzati. Il territorio deve essere tutelato e messo in sicurezza: oggi i cinghiali non solo rappresentano il principale veicolo di diffusione della Peste suina africana (Psa), ma, con oltre 2,3 milioni di animali che stringono d’assedio città e campagne, mettono a rischio l’incolumità di tutti i cittadini. La Liguria vive ogni giorno un pericolo concreto in termini sia economici che di tutela delle persone fisiche e delle colture, oltre che per la sicurezza stradale, con crescenti segnalazioni di raccolti devastati e incidenti sulle nostre strade”.

 

In aumento i cinghiali positivi alla peste suina

Per poter dare ulteriori cambi di rotta operativi, per l'autoconsumo dei cinghiali abbattuti in zona I e II, la Regione Liguria sta già lavorando con le associazioni e i soggetti preposti al documento programmatico con i nuovi codici di comportamento. Intanto si rende noto che, nonostante il gran numero di volontari impegnati sul territorio (oltre 15.000 unità), le segnalazioni di carcasse positive al virus della PSA sono state esclusivamente rinvenute nella zona di circolazione virale attiva compresa tra le barriere di contenimento. Alla data dell’11 agosto 2022 a fronte di 719 carcasse campionate se ne contavano solo 61 positive; alla data del 13 ottobre 2022 le carcasse campionate sono in totale 976 (+36%) mentre i casi di positività sono saliti a 65 (+6%).

 

Davide Izetta

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