Genova

Ponte Morandi “Gli anni non appannano il dolore”

Il messaggio del governatore Toti a 24 ore dall'anniversario del crollo che uccise 43 persone, il 14 agosto del 2018.

Ponte Morandi “Gli anni non appannano il dolore”

Abbiamo ancora incisi nel cuore quei giorni, quell’apocalisse che si è abbattuta sulla nostra città, colpendo non solo Genova e la Liguria ma l’Italia intera. Una tragedia che ci ha lasciati senza respiro e svuotati. Non si può estinguere il dolore di chi ha perso un familiare, un amico, una persona cara, possiamo solo continuare a rimboccarci le maniche e avere la consolazione di sapere che quattro anni non sono trascorsi invano”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti a 24 ore dall’anniversario del crollo di Morandi.

 

Ponte Morandi “Gli anni non appannano il dolore”

Gli anni non appannano il dolore – aggiunge il presidente della Regione Liguria – ma danno una prospettiva al ricordo di quanto è successo prima, durante e dopo. La magistratura emetterà i suoi verdetti perché abbiamo bisogno che giustizia venga fatta e il crollo del ponte Morandi è stato un grande avvertimento su quanto non è stato fatto prima. Ci siamo cullati nell’idea che il progresso non avesse bisogno di manutenzione e ne abbiamo pagato un conto terribile, un conto che in futuro nessuno dovrà mai più pagare.”

 

“La volontà di riscossa”

Durante. Non ho mai avuto la sensazione, con Marco Bucci e tutti coloro che hanno lavorato con noi, che ci sia stato un solo momento di abbandono e di scoramento. Al dolore- aggiunge Toti-irrecuperabile per le vittime e per i loro familiari si è subito affiancato una volontà di riscossa feroce e ineliminabile. Se siamo riusciti in un’opera che sembrava impossibile, è perché l’orgoglio è stato più forte della frustrazione, la professionalità più del rancore, l’impegno più del logorio amministrativo”. 

“Il dopo”

Dopo – conclude-. Il dopo è oggi, in quella continua lotta per difendere e sviluppare tutto il nostro territorio: dalle spiagge alle strade ai nostri monti. Perchè questa volta “mai più” non sia solo un auspicio ma il risultato di un lavoro duro, esigente e fruttuoso”