Porto di Ospedaletti: giudice boccia risarcimento da 151 milioni chiesto dalla Fin.Im
Il giudice Stefania Polichetti del Tribunale di Genova ha rigettato la maxi richiesta risarcitoria da 151 milioni vantata dalla "Fin.Im"
Rigettata la richiesta del giudice Civile
Il giudice Civile Stefania Polichetti del Tribunale di Genova ha rigettato la maxi richiesta risarcitoria da 151 milioni vantata dalla società "Fin.Im" di Genova, concessionaria del "Porto e Marina di BaiaVerde", a Ospedaletti, dopo l’annullamento della concessione da parte del Consiglio di Stato, che aveva dichiarato nulli tutti gli atti a essa legata, per vizi procedurali.
In realtà, sono stati gli stessi giudici del fallimento Fin.Im a presentare una proposta di transazione con cui rinunciavano a rivalersi sulle persone fisiche e il giudice ne ha preso atto, rigettando a sua volta le pretese nei confronti delle persone giuridiche. La causa era stata presentata nei confronti dell’ex sindaco Eraldo Crespi e della sua allora Giunta, in particolare nei confronti del vicesindaco Mario Chilà e dell’assessore al Porto, Paolo Blancardi.
I fatti
Ma non è tutto. Vennero aditi in giudizio anche l’allora segretario comunale, il capo dell’Ufficio Tecnico e tutti gli enti che, in qualche modo, era stati coinvolti nella procedura di rilascio della concessione viziata, tra cui: Prefettura di Imperia, Demanio, Regione Liguria e ministero delle Infrastrutture. Le motivazioni della sentenza sono contenute in una sessantina di pagine. “Il giudice ha così enormemente rivalutato l’operato della Giunta Crespi - afferma l’avvocato Paolo Bocchiardo, che assisteva l’ex sindaco - in particolare dell’allora sindaco Crespi”.
Posto che le persone fisiche sono state escluse dal contenzioso
i legali del fallimento potrebbero comunque ancora rivalersi nei confronti delle istituzioni. La vicenda dell'annullamento della concessione era partita dal ricorso al Tar di un condominio fronte mare, che lamentava dalla costruzione del porto un deturpamento del paesaggio. Dal Tar si era finiti al Consiglio di Stato, che aveva dichiarato la nullità degli atti che portarono alla concessione.
L’allora amministratore unico di Fin.Im, Mauro Mannini (deceduto nel novembre scorso), ricorse contro la declaratoria del giudice amministrativo di secondo grado, chiedendo il risarcimento delle opere già realizzate prima del blocco dei lavori e del lucro cessante. Nel corso del procedimento alcuni avvocati delle parti convenute avevano anche eccepito l’incompetenza del giudice Civile, sostenendo che si trattasse di materia amministrativa. La questione finì sul tavolo della Corte di Cassazione a sezioni riunite.