restyling milionario al palo

Porto Vecchio: la sentenza slitta all'anno prossimo

I giudici amministrativi preferiscono attendere la Corte Europea che deve pronunciarsi su un caso simile

Porto Vecchio: la sentenza slitta all'anno prossimo
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«Sono rammaricato di aver appreso che, basandosi su questioni tecniche e di diritto, la sentenza rinvia la decisione al 14 dicembre, rischiando così di bloccare un’operazione strategica per Sanremo e per il suo sviluppo economico-turistico». Lo ha detto il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri,  in seguito all'ordinanza del Consiglio di Stato che ha rinviato la sentenza al 14 dicembre del 2023, con una risposta ufficiale, con ogni probabilità, nei primi giorni del 2024, a margine del contenzioso per il restyling di Porto Vecchio a Sanremo.

 

Porto Vecchio: Consiglio di Stato aspetterà la Corte Europea. Ancora un rinvio

«La sentenza, pur riconoscendo la corretta applicazione della normativa italiana- ha detto il sindaco Biancheri- vorrebbe attendere il pronunciamento della Corte di Giustizia Europea che, in un caso similare, è stato richiesto per verificare la correttezza della normativa italiana. Valuteremo quindi con i nostri legali le azioni più opportune da intraprendere e da presentare al Consiglio di Stato».

 

La vicenda al Tar

L'ambizioso progetto di restyling dello scalo sanremese, da 600 milioni di euro, era stato fermato a cavallo tra il 2022 e il 2023, in fase di gara d'appalto, dal ricorso al Tar della Porto San Francesco, del compianto imprenditore Mario Piras e del figlio Roberto, il cui progetto era stato escluso dall'amministrazione Biancheri in favore di quello della Porto di Sanremo srl del re del gas Sanremese Walter Lagorio. Il Comune di Sanremo, in seguito alla doccia fredda dal tribunale amministrativo, aveva fatto ricorso al Consiglio di Stato, con il progetto (e la gara) al palo dallo scorso inverno.

 

Un closing da 13 milioni di euro

Erano due le società in corsa per aggiudicarsi  il nuovo Porto Vecchio, la Porto di Sanremo e la Portosole Cnis (all'epoca fece ricorso a sua volta, non accolto, però) che fa capo direttamente al gruppo britannico Reuben Brothers. Questi ultimi, avevano azzerato la concorrenza acquisendo l'altra società, in un super affare da 13 milioni di euro. Solo qualche settimana dopo, il Tar annullava gli atti del comune (e la gara) relativi al restyling del porto.

Davide Izetta

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