"Nascosti in piena vista"

Quando i migranti sono minori: report-shock di Save the Children

Il rapporto lanciato in occasione della Giornata del rifugiato del 20 giugno: in viaggio (attra)verso l'Europa fra abusi, violenze e respingimenti illegali.

Quando i migranti sono minori: report-shock di Save the Children
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In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato del 20 giugno e in vista del Consiglio europeo del 24 e 25 giugno, Save the Children ha lanciato oggi, giovedì 17 giugno 2021, un nuovo rapporto, realizzato lungo le rotte dei migranti tra Oulx (Piemonte), Ventimiglia (Liguria), Udine e Trieste (FVG). Il report-shock racconta di un "viaggio (attra)verso l'Europa" fra abusiviolenze e respingimenti illegali.

Cosa succede quando i migranti sono minori

Si spostano a piedi, nascosti sotto i camion o sui treni, trasportati in macchina in autostrada dai passeur, attraversano boschi e montagne pericolose come il "Passo della morte" tra Italia e Francia, spesso di notte, per superare confini blindati, vengono respinti una, due, dieci, venti volte, in modo spesso brutale e illegale, nonostante abbiano meno di 18 anni, anche tra Paesi Membri dell’Ue.

Ma non si arrendono.

Sono tanti i racconti dei minori stranieri non accompagnati, a volte poco più che bambini, che parlano delle atrocità subite o a cui hanno dovuto assistere, soprattutto lungo la rotta balcanica: ragazzi che raccontano di essere stati derubati, picchiati, denudati in Croazia, detenuti e sottoposti a violenze in Bulgaria.

 

Report-shock di Save the Children

Queste testimonianze sono state raccolte da Save the Children - l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro - nel suo nuovo rapporto “Nascosti in piena vista. Minori migranti in viaggio (attra)verso l’Europa”, una ricerca a cura di Daniele Biella, giornalista brianzolo, scrittore ed educatore.

 

Il Rapporto lancia un allarme sui moltissimi minori soli che si muovono come fossero fantasmi.

“Ogni giorno e ogni notte attraversano i confini degli stati membri dell’Unione Europea, Premio Nobel per la pace, che continua a chiudere gli occhi di fronte alle violenze che i migranti sono costretti a subire”, afferma Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.

Minorenni invisibili che sono continuamente esposti al rischio di incidenti, traffico di esseri umani, violenze psicologiche e fisiche, anche per mano istituzionale.

 

Respingimenti che per i minori soli sono illegali

Una volta arrivati in Italia, minori e famiglie continuano a essere vittime di respingimenti alle frontiere interne, che in particolare per i minori soli sono illegali.

Solo nel mese di aprile sono stati 107 i minori stranieri non accompagnati che hanno fatto ingresso in Italia dalla rotta balcanica intercettati e accolti nel sistema di protezione italiano. La punta di un iceberg ben più consistente.

 

Sempre ad aprile, 24 di loro hanno invece lasciato volontariamente le strutture di accoglienza del Friuli Venezia Giulia per raggiungere la frontiera ovest italiana, al confine con la Francia, a Ventimiglia o a Oulx.

E ancora 24 sono le segnalazioni di respingimenti da parte della polizia di frontiera francese.

Due mesi trascorsi tra Oulx, Ventimiglia, Udine e Trieste

La voce di questi ragazzi coraggiosi ma ‘invisibili’ è stata raccolta da un team di ricerca di Save the Children per fare luce su una rotta delicata e complessa, due mesi trascorsi tra Oulx, Ventimiglia, Udine e Trieste, ripercorrendo le tracce di minori e famiglie nei luoghi di passaggio formali e informali, lungo i sentieri di montagna in entrata dalla Slovenia e in uscita verso la Francia, ascoltando le loro voci, così come quelle delle persone e organizzazioni della società civile che li stanno aiutando, oltre alle istituzioni territoriali che hanno competenza lungo quelle frontiere.

Un passaggio continuo di minorenni stranieri non accompagnati, che entrano ogni giorno in Friuli-Venezia Giulia, tra Trieste e Udine, dove arrivano a piedi dalle montagne carsiche o lasciati nelle strade di provincia da passeur senza scrupoli.

Da qui o dalle regioni meridionali dove sbarcano, una decina di minori non accompagnati raggiungono inoltre ogni giorno Ventimiglia, in Liguria. A Oulx, sempre sul confine italo-francese, ogni giorno sono almeno tre/quattro i minori soli ad approdare a un rifugio che li accoglie dopo i traumi e le fatiche del loro viaggio.

 

Rischio di tratta e sfruttamento concreto

I minorenni non accompagnati sono in gran parte maschi, ma non mancano i casi di ragazze in viaggio da sole, in particolare da Paesi dell’Africa Occidentale. Il rischio di tratta e sfruttamento è concreto: in mancanza di vie legali e sicure gli e le adolescenti sono esposti a grandi rischi, ad attraversare pericolosi sentieri di montagna di notte, a vivere di stenti, a fidarsi dei passeur e di chiunque prometta loro un aiuto per l’attraversamento dei confini.

 

Tutto questo avviene quasi alla luce del sole. Ma solo per chi lo vuole vedere.

Le frontiere sono ancora più chiuse dallo scoppio della pandemia e la libera circolazione del trattato di Schengen sembra il ricordo di un passato lontano. In Francia, a Mentone, i minori soli – come riferiscono gli attori locali e gli stessi minori intervistati - oltre a venire rinchiusi in container alla stregua degli adulti, si vedono la propria data di nascita cambiata 2 per risultare maggiorenni e quindi respingibili verso Ventimiglia, mentre tra la cittadina italiana di Claviere e la francese Monginevro, come denunciano gli operatori, se trovi il “poliziotto buono” sei accolto e tutelato, altrimenti vieni considerato maggiorenne e devi tornare da dove sei partito qualche ora prima.

 

A Trieste, fino a pochi mesi fa le forze di polizia italiane seguivano una prassi non meno preoccupante verso chi arrivava dalla Slovenia, la quale prevedeva che, in assenza di dubbi della polizia sull’età adulta, si potesse prescindere dall’eventuale dichiarazione di minore età - non applicando quindi le garanzie, anche giurisdizionali, previste per l’accertamento dell’età dalla L.47/2017 (Legge Zampa) 3 – con il risultato che l’Accordo italo-sloveno che prevede la possibilità di riammettere i migranti sul territorio sloveno in maniera informale rischiava di essere applicato anche ai minorenni. Oggi le riammissioni verso questo Paese sono sospese, ma durante una recente audizione in Parlamento, il Prefetto di Trieste ha annunciato che potrebbero riprendere 4  (“Non si può più dire “non sapevamo”).

Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children

 

Rapporto Save the Children migranti minori: presentazione

"E soprattutto è necessario cambiare rotta subito: gli Stati membri dell’Unione Europea potrebbero gestire virtuosamente questi flussi di minori vulnerabili. Non solo in nome della solidarietà, che è un valore fondante, ma anche per cogliere l’opportunità di rendere parte attiva della società tutti questi ragazzi determinati a costruirsi un futuro. La Commissione europea si deve impegnare per arrivare a una Raccomandazione agli Stati Membri o ad altro atto di rango europeo che richieda di adottare e applicare politiche volte ad assicurare la piena protezione dei minori non accompagnati ai confini esterni e interni dell’Europa e sui territori interni e a promuovere il loro benessere e sviluppo, anche mediante strategie tese all’inclusione scolastica e formativa. Inoltre, a livello italiano, è necessario emanare i decreti attuativi della L. 47, che tutelano i minori stranieri non accompagnati, e gli stanziamenti destinati dalla Legge di Bilancio ai Comuni transfrontalieri dovrebbero essere in parte vincolati all’attivazione di progetti di assistenza umanitaria” aggiunge Raffaela Milano.

 

A fine aprile 2021 erano 6.633 5 le ragazze e i ragazzi stranieri non accompagnati censiti sul territorio italiano; nello stesso mese in 302 si sono allontanati dalle strutture di accoglienza.

Sempre ad aprile 2021 gli ingressi registrati in Italia sono stati 453, di cui 149 da sbarchi. Gli altri 304 sono invece stati rintracciati sul territorio, probabilmente passati dalla Rotta Balcanica a piedi o con i camion. Questo i dati ufficiali anche se, secondo stime degli operatori, il numero complessivo potrebbe essere molto più alto.

 

Ventimiglia: i respingimenti della Francia

 

Rapporto Save the Children migranti minori: Ventimiglia
Rapporto Save the Children migranti minori: Ventimiglia
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Gyasi ha 17 anni, è nato in Ciad e ha una gamba ferita da una pallottola sparatagli da un poliziotto libico quando è scappato dal centro di detenzione. Un mese prima era sopravvissuto dopo tre giorni in mare su un gommone con il motore in panne, era stato recuperato dalla Guardia costiera libica e ricondotto nel centro di detenzione in cui aveva passato i successivi 20 mesi. Una volta ripartito, è arrivato in Sicilia e dopo la quarantena a Ventimiglia.

Il team di Save the Children lo incontra dopo una notte passata in un container, con decine di persone migranti, adulti e bambini, al posto di polizia di frontiera francese di Mentone, al confine con l’Italia, dove era stato chiuso dopo il respingimento alla frontiera, assieme al suo compagno di viaggio del Sudan anch’esso minorenne:

“Ho dichiarato la mia data di nascita, 2004, quella con cui sono stato registrato allo sbarco in Sicilia. Ma non mi hanno creduto e mi hanno riportato in Italia scrivendo sul refus d’entrée una data che mi fa risultare maggiorenne”.

Altri minori denunciano la stessa prassi, respinti come maggiorenni oppure per la mancanza di tampone molecolare anti-Covid o del possesso dell’importo minimo di soldi per soggiornare in Francia.

Dal 2015 la Francia ha ristabilito i controlli alle frontiere dell'UE, giustificandoli con il rischio di infiltrazioni terroristiche.

E da allora i numeri dei respingimenti sono esplosi: i 50mila respinti del 2017 sono il dato peggiore, mentre dal confronto tra i 15mila del 2019 e i 22mila del 2020 13 emerge che il Covid-19 non ha fermato l’esodo.

Nel solo aprile 2021 sono state 18 le segnalazioni di minori non accompagnati respinti. Ma sono dati parziali, perché non riguardano tutti i passaggi di frontiera. Le nazionalità più diffuse nel primo semestre del 2021 sono Costa d’Avorio, Eritrea, Sudan, Mali, Nigeria e altri Stati dell’Africa Occidentale per quanto riguarda gli arrivi di singoli e famiglie dalla Frontiera Sud e, in minor misura, pakistani, afghani e iraniani che non sono riusciti a passare in Francia dalla frontiera piemontese di Oulx/Claviere, o che hanno scelto la via della costa considerando le montagne troppo pericolose.

Da Costa d’Avorio ed Eritrea si segnala il passaggio di ragazze sole o con accompagnatori molto più grandi, sintomo di una probabile tratta.

Save the Children, che a Ventimiglia ha attivato un Child Friendly Space in partenariato con la Caritas Intemelia, ha approntato in collaborazione con Diaconia Valdese anche uno spazio emergenziale per i minori soli che chiedono un ricovero notturno, un luogo dove ridurre il rischio di una notte trascorsa in strada e dove poter approfondire informazioni e dettagli circa i pericoli di un attraversamento del confine e sulle opportunità che il sistema di protezione italiano garantisce loro.

Inoltre, nell’ambito dell’intervento di protezione in loco, Save the Children e UNICEF, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, hanno unito le proprie forze per dare una risposta immediata ai bisogni essenziali di bambini e adolescenti, delle loro famiglie e delle donne sole in arrivo e in transito. Tra gli interventi: primo soccorso psicologico, informazioni sui loro diritti, nonché sui servizi e sulle opportunità disponibili, una valutazione tempestiva delle potenziali vulnerabilità e problemi di protezione specifici, tra cui quelli connessi alla violenza di genere, e con la distribuzione di kit contenenti materiali utili per il viaggio e l’igiene personale. Nel 2020 sono stati 45 i minori rintracciati, 21 nei primi 3 mesi del 2021, tutti collocati in accoglienza. Molti anche i nuclei familiari che passano arrivando sia dalla Rotta balcanica sia dall’Africa Occidentale e quindi dal Sud Italia.

 

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