Regala piantine di cannabis legale: parroco dell'imperiese sospeso per un mese
Il parroco di Diano Borello e Diano Borganzo-Roncagli, Vincenzo Scandurra, è stato sottoposto a trenta giorni di sospensione “a divinis”
Sospeso un mese il parroco che regala cannabis legale
Il parroco di Diano Borello e Diano Borganzo-Roncagli, Vincenzo Scandurra, è stato sottoposto a trenta giorni di sospensione “a divinis” dal vescovo di Albenga e Imperia, Guglielmo Borghetti, dopo aver annunciato con un post su Facebook, che avrebbe regalato piantine di cannabis legale.
“A prescindere dai profili giuridici di tale iniziativa per l’ordinamento dello Stato - si legge in una nota della diocesi - si desidera qui biasimare vivamente tale iniziativa del sacerdote e riaffermare l’insegnamento costante della Chiesa cattolica circa la negatività dell’uso, la produzione e il commercio delle droghe, di qualsiasi entità e qualità”. Il sacerdote, contattato dal vescovo, ha promesso di cancellare il post dal proprio profilo Facebook.
“Altresì - riporta la nota - il Vescovo lo ha informato che il suo comportamento, non ispirato a prudenza e saggezza pastorale e che manifesta la sua sostanziale mancata adesione all’insegnamento del Magistero ecclesiale sulle tematiche qui in argomento, sarà al più presto canonicamente sanzionato, per la durata di trenta giorni, con la pena canonica della “sospensione a divinis” che, a norma del can. 1333 del Codice di Diritto Canonico, gli impedisce di celebrare ogni e qualsiasi atto della potestà d’Ordine Sacro, dunque non potrà celebrare la Santa Messa, né amministrare il Sacramento della Confessione sacramentale”.
Prosegue l'intervento della diocesi
Tralasciando gli aspetti tecnico-scientifici, sempre in evoluzione nel tempo, l’insegnamento globale della Chiesa in materia – bene riassunto dal Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute nell’ampia pubblicazione “Chiesa, Droga e Tossicomania” dell’anno 2001, a cui si rimanda per gli approfondimenti – mira sempre al benessere totale e alla dignità integrale della persona umana, ricordando che «La droga e la tossicomania sono fenomeni che hanno invaso tutte le società del mondo e che colpiscono in maniera tutta particolare i giovani, qualunque sia l’ambiente al quale essi appartengono.
L’esaltazione delle droghe più varie e del loro uso (…) sono presentati come se costituissero un supplemento di ‘libertà’, come una fonte di convivialità e di benessere. E tuttavia, quali che siano il modo di farne uso e le attese che vi si ripongono, ci si continua a chiedere: “Perché ci si droga?”» (Ibid. n. 1). Altresì: «Neppure è giusto affermare che una società senza droga non esiste, a meno che non si voglia condannare ogni società alla fatalità della tossicomania o ridursi all’impotenza, organizzando molto semplicemente un sistema in cui si accetta un consumo minimo» (Ibid. n. 4). Dunque, «Non si può parlare della ‘libertà di drogarsi’ né del ‘diritto alla droga’, perché l’essere umano non ha il diritto di danneggiare sé stesso e non può né deve mai abdicare alla dignità personale che gli viene da Dio! Questi fenomeni – bisogna sempre ricordare – non solo pregiudicano il benessere fisico e psichico, ma frustrano la persona nella sua capacità di comunione e di dono. Tutto ciò è particolarmente grave nel caso dei giovani. La loro, infatti, è l’età che si apre alla vita, è l’età dei grandi ideali, è la stagione dell’amore sincero e oblativo» (Ibid. n. 43). Molto opportunamente, il Papa san Giovanni Paolo II affermava: «la tossicodipendenza più che una malattia del corpo è una malattia dello spirito» (Ibid. n. 44).
Tutto ciò premesso, la Chiesa diocesana di Albenga-Imperia rassicura le famiglie e in specie i genitori che sarà sempre attenta a tutelare il bene integrale delle persone, specialmente i giovani, che ad essa si accostano per le molteplici attività pastorali che la Chiesa abitualmente organizza, anche nel particolare settore della lotta contro le tossicodipendenze.