"San Lorenzo al Mare come Roma, ordine del giorno in Regione per modificare decreto"
Veronica Ruso (FdI): "Il Dpcm del 3 dicembre, che limita spostamento tra comuni il 25 e 26 dicembre e il primo gennaio iniquo e illogico"
“San Lorenzo al Mare (1,28 km2) equivale a Roma (1300 km2): questo iniquo e illogico decreto va modificato consentendo gli spostamenti almeno nell'ambito della provincia” dichiara la consigliera regionale imperiese di Fratelli d'Italia Veronica Russo, di Vallecrosia, che ha presentato un ordine del giorno per chiedere la modifica dell'ultimo Dpcm del Governo che impedisce gli spostamenti da un comune all'altro.
Russo: "San Lorenzo al Mare come Roma: il decreto va cambiato"
“Come primo atto da consigliere regionale ho presentato oggi un ordine del giorno che impegna il presidente Toti e la Giunta a proporre al Governo una modifica del Dpcm in vigore permettendo ai cittadini delle regioni con un basso indice di contagio, come la Liguria, la possibilità di muoversi nell'ambito della provincia di residenza”.
Veronica Russo ritiene che il Dpcm del 3 dicembre, che limita lo spostamento tra comuni il 25 e 26 dicembre 2020 e il primo gennaio 2021, sia “iniquo e illogico: mi chiedo se il Governo conosca realmente la conformazione geografica dell’intero territorio nazionale o le loro considerazioni si fermino alle sole grandi città. La nostra regione comprende 234 comuni principalmente di piccole dimensioni e quindi è assurdo mettere sullo stesso piano Roma, la cui superficie è quasi 1.300 chilometri quadrati, a paesi come ad esempio Isolabona di 12,35, Vallecrosia di 3,68 o addirittura San Lorenzo al Mare, il più piccolo della Liguria con appena 1,28 chilometri quadrati”.
“Questo Governo – continua Veronica Russo – evidentemente non si rende conto del danno economico e sociale che queste misure di contenimento provocheranno nei cittadini e in tutti coloro che hanno investito i loro soldi e la loro vita in attività proprio in questi piccoli comuni. Il primo lockdown è stato già devastante ma con il decreto attualmente in vigore molte attività economiche, in particolare quelle relative alla ristorazione, potrebbero rischiare il tracollo economico e quindi la chiusura definitiva”.
“Noto infine, senza tanta sorpresa, che quasi tutti i consiglieri dell'opposizione oggi non hanno sottoscritto questo ordine del giorno per la paura di andare contro le decisioni del Governo centrale e confermando di non fare gli interessi dei liguri ma solo quelli dei partiti di appartenenza”, conclude la consigliera.