SECONDO GRADO DI GIUDIZIO

Sanremo: non erano "furbetti", Appello conferma assoluzione per 8 dipendenti del Comune

La Corte di Appello di Genova ha confermato l’assoluzione nei confronti degli 8 dipendenti del Comune di Sanremo

Sanremo: non erano "furbetti", Appello conferma assoluzione per 8 dipendenti del Comune
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La Corte di Appello ha confermato l'assoluzione

La Corte di Appello di Genova ha confermato l’assoluzione nei confronti degli 8 dipendenti del Comune di Sanremo, tra cui l’agente di polizia municipale Alberto Muraglia (passato alla storia come il "vigile in mutande"), nell'ambito dell'operazione "Stachanov", che li vedeva accusati di truffa ai danni dello Stato e violazione della Legge Brunetta sul pubblico impiego, per l'infedele timbratura del cartellino. La sentenza è giunta dopo le 13.

I nomi dei dieci imputati definitivamente assolti

La Procura di Imperia aveva presentato ricorso contro la sentenza di primo grado emessa dal giudice Paolo Luppi contro otto dei dieci imputati assolti. Oltre a Muraglia, sorpreso a timbrare il cartellino in slip per poi rientrare a casa, da qui il “vigile in mutande”, anche: Patrizia Lanzoni, ex coordinatrice degli asili nido; Luigi Angeloni, ex funzionario del servizio economato; Rosella Fazio, dipendente dei servizi sociali; Sergio Morabito, ex impiegato dell'Anagrafe; Paolo Righetto, ex operaio; Roberta Peluffo, ex funzionario del servizio di appalti; Maurizio Di Fazio, ex impiegato dell’archivio.

La Procura non era ricorsa in Appello per: Loretta Marchi, all’epoca dei fatti responsabile di museo e biblioteca e Luisa Mele, oggi al settore Fabbricati, all’epoca componente dello staff del sindaco Zoccarato.

Le dichiarazioni dell'avvocato Alessandro Moroni

“La vicenda si è chiusa penalisticamente con una sentenza, che chiude una vicenda fatta di anni di sofferenze per persone innocenti - afferma l’avvocato Alessandro Moroni, difensore, tra gli altri del vigile Muraglia -. Il giudice di primo grado aveva attentamente valutato le carte processuali arrivando a delle conclusioni che la Corte ha ritenuto ineccepibili”.

 

Facevano parte del collegio difensivo, oltre all’avvocato Alessandro Moroni, anche gli avvocati: Alessandro MagerGiuseppe Pugliese, Eugenio Bluffi e Carlo Ruffoni.

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