I residenti del centro storico di Ventimiglia – attraverso l’associazione InVentimiglia – hanno presentato un ricorso contro il progetto comunale di realizzazione dei muri d’argine sul Roja, sostenendo che tale intervento non risolverebbe il problema idraulico della città.
Secondo il comitato, gli allagamenti che colpiscono annualmente
abitazioni e locali del centro sarebbero causati principalmente da acque sotterranee, dal blocco delle falde acquifere e dall’inondazione costiera, fenomeni diversi dalle esondazioni fluviali che i muri dovrebbero contenere.
I cittadini temono che la situazione, se non affrontata alla radice
possa bloccare per decenni opere strategiche come ricostruzione di Palazzo Aprosio, riqualificazione del mercato e nuovi parcheggi sotterranei. Nel ricorso viene indicata una soluzione alternativa: abbassamento del letto del Roja, creazione di un bacino naturale in un’area dove in passato esisteva un lago, e installazione di un sistema tipo “Mose” per proteggere la città dall’“ingressione” marina. Tale sistema permetterebbe anche la realizzazione di una passerella ciclopedonale a basso impatto ambientale e il completamento della Ciclovia Tirrenica tra Ventimiglia e Latte, senza costruire argini in cemento armato.
Il progetto prevede inoltre il riutilizzo dei materiali di scavo
per il ripascimento delle spiagge di Ventimiglia e Latte, ampliandole di circa 50 metri e contribuendo alla protezione dall’erosione costiera e dall’avanzamento del cuneo salino. Questo permetterebbe anche di creare tratti di ciclabile direttamente sulle spiagge, modificando la viabilità ciclistica in modo più naturale e meno oneroso della proposta comunale di pista sospesa a sbalzo sul mare, stimata – secondo i cittadini – a costi superiori agli 8 milioni di euro al chilometro.
Il comitato ricorda inoltre che la ciclabile alternativa
già commissionata dal sindaco, prevede un percorso di 23 chilometri fino a Grimaldi, con un tratto panoramico tra Giardini Hanbury e Balzi Rossi e una futura passerella “rupestre” di particolare valore paesaggistico e artigianale.
I residenti chiedono quindi di sospendere l’attuale progetto comunale e avviare un confronto pubblico sulle alternative, sottolineando che il loro piano garantirebbe tutela ambientale, rigenerazione urbana e sviluppo turistico “coerente con la natura del territorio”.
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