Seborga ricorda le sorelle Manassero fucilate abbracciate dai nazifascisti nell'eccidio del 1944
Le due sorelle sono state ricordate in una cerimonia che ha voluto celebrare l’ottantesimo anno dal bombardamento del piccolo centro
Le sorelle Angelica Gioconda e Carmen Rosa Manssero, uccise abbracciate una all’altra e diventate simbolo dell’eccidio nazifascista avvenuto il 9 settembre 1944, a Seborga, sono state ricordate stamani in una cerimonia che ha voluto celebrare l’ottantesimo anno dal bombardamento del piccolo centro alle spalle di Bordighera.
La commemorazione si è tenuta nei pressi della lapide
posta a ricordo della fucilazione dei giovani partigiani, alla presenza, tra gli altri, di Franco Molinari, presidente Anpi di Ventimiglia; Gustavo Ottolenghi, vice presidente Anpi di Sanremo e Giovanni Perotto, professore del Liceo Aprosio di Ventimiglia.
“Il 9 settembre 1944, Seborga subisce un duro rastrellamento ad opera delle forze tedesche - ha detto il sindaco del piccolo centro, Pasquale Ragni -. All'alba il paese si trova sotto il fuoco delle artiglierie. I tedeschi avevano portato due cannoni da 70 millimetri sulla strada provinciale; numerose case rimangono gravemente danneggiate. Da una lettera del 3 settembre 1945 del Comune di Seborga, risultano danneggiati 35 fabbricati. Cinque persone sfollate trovano la morte sotto le macerie dell'edificio scolastico colpito in pieno”.
Si tratta dei componenti della famiglia Mannucci
Olga, Vittoria, Remo, Marcella e Margherita Rossacci. I tedeschi occupano tutto il paese dando ordine alla popolazione di portarsi sulla strada provinciale per un controllo.
“Il povero Antonio Maccario, ex cantoniere, che non fece in tempo ad eseguire l'ordine, fu freddato con una fucilata. Vengono catturati cinque giovani partigiani di cui due ragazze. Trascinati sul piazzale situato all'ingresso del paese, vengono torturati, massacrati a bastonate e poi fucilati”.
E prosegue: “Tolte loro le scarpe, col calcio del fucile i corpi esamini venivano gettati nella scarpata sottostante. Le due ragazze Manassero Gioconda e Carmen, prima di morire, avevano espresso il desiderio di essere fucilate strettamente abbracciate insieme; ciò fu loro concesso dal comandante del plotone di esecuzione. Caddero e rimasero strettamente abbracciate anche nella morte. Appena i tedeschi si allontanarono, la popolazione raccolse i cinque corpi trasportandoli nella camerata mortuaria e poi a Bordighera. Del partigiano Valle Emilio scomparso durante il rastrellamento, non si saprà più nulla e sarà dato come disperso”.
L’intervento del professore Giovanni Perotto
“Siamo qui per ricordare. Anche se l’episodio è numericamente piccolo, è molto significativo perché vede coinvolti prima dei civili nel bombardamento della scuola e poi questo gruppo di partigiani e partigiane, che vengono prima torturati e poi uccisi in maniera selvaggia. E queste due sorelle, di 17 e 18 anni, che chiedono di morire abbracciate ed è l’unica concessione all’umanità che viene fatta dai nazifascisti, che le fucilano abbracciate assieme. E’ importante anche ricordare questi piccoli episodi significativi di quello che non deve più ripetersi. Bisogna rendere queste occasioni appetibili ai giovani, che hanno bisogno di conoscere, prima ancora di ricordare. Ci sono iniziative, come quella del liceo di Ventimiglia, che da anni, a ottobre, porta i propri alunni in un viaggio della memoria nei campi di sterminio. Una piccola grande iniziativa per ricordare, ma i ragazzi dovrebbero poi conoscere anche la storia locale”.
L’intervento di Gustavo Ottolenghi
“Mi angoscia vedere, oggi, come non ci sia un giovane venuto a ricordare i nonni morti, per permettere a loro di andare a divertirsi in giro. Purtroppo, tra vent’anni non si faranno nemmeno più queste cerimonie. Non abbiamo più nessuno a cui trasmettere i valori di quand’ero giovane. Avevo undici anni, ma erano gli undici anni di un bambino di allora, non di adesso che hanno telefonino e televisione. All’epoca il bambino non aveva nulla. Mi sono trovato sbalestrato fuori dalla famiglia ed ho cominciato a capire qualcosa, soltanto dopo che anch’io ho preso conoscenza di quello che era avvenuto. Il ricordo non deve scomparire, ma bisogna inquadrare in qualche modo riuscire a sensibilizzare i giovani. Si dice sempre: bisogna insegnare ai giovani la storia che c’è stata. No, ma bisogna insegnare agli insegnanti la storia che c’è stata, sono loro che non sanno niente”.
L’elenco dei partigiani uccisi
Catelani Flaminio, “Famino” (nome di battaglia) di n.n., nato a Modena il 24702/1924, anni 20, manovale, partigiano (II divisione V brigata) dal 1/07/1944 al 11/09/1944, n° dich integrativa 3223- fucilato 9.09.1944
Maccario Antonio fu GioBattista – civile – cantoniere – fucilato il 9.09.1944
Manassero Gioconda, “Giò” (nome di battaglia) fu Stefano, nata a Callao (Perù) il 31/12/1926, anni 17, casalinga, partigiana (II divisione V brigata) dal 2/08/1944 al 09/09/1944, n° dich integrativa 12369 – fucilata il 9-09-1944
Manassero Carmen “Cita” (nome di battaglia) fu Stefano, nata a Calao (Perù) il 17/04/1925, anni 19, casalinga, partigiana (II divisione V brigata), dal 2/08/1944 al 09/09/1944, n° dich integrativa 12370 – fucilata il 9.09.1944
Mannucci Marcella di Remo – civile - deceduta sotto le macerie a causa rastrellamento delle forze tedesche del 9-09.1944
Mannucci Olga di Remo – civile - deceduta sotto le macerie a causa rastrellamento delle forze tedesche del 9-09.1944
Mannucci Remo di Bruno – civile - deceduto sotto le macerie a causa rastrellamento delle forze tedesche del 9-09.1944
Mannucci Vittorio di Remo – civile - deceduto sotto le macerie a causa rastrellamento delle forze tedesche del 9-09.1944
Miranda F.Abdon "Tinico" (nome di battaglia) di Abdon, nato a Callao (Perù) il 28/11/1914, anni 29, partigiano (II divisione V brigata), dal 2/08/1944 al 09/09/1944, n° dich integrativa 12368 – fucilato il 9.09.1944
Rossacci Margherita fu Ettore – civile - deceduta sotto le macerie a causa rastrellamento delle forze tedesche del 9-09.1944
Tomasi Umberto”Muciacio” (nome di battaglia) di Carlo, nato a Rovereto il 13/02/1920, anni 20, partigiano (II divisione V brigata), dal 2/08/1944 al 09/09/1944, n° dich integrativa 19393 – fucilato il 9.09.1944
Altre note sulle vittime
Partigiani uccisi in combattimento contestualmente all’episodio: Valle Emilio “Emilio” (nome di battaglia) fu Andrea nato a Trento il 20/05/1921, anni 23, partigiano II divisione V brigata), dal 1/08/1944 al 09/09/1944, n° dich integrativa 19392 – disperso in seguito a rastrellamento avvenuto a Seborga il 9.09.1944.
Fabrizio Tenerelli