IL CASO A PIETRABRUNA

Sei alunni su 7 sono stranieri, l'integrazione è impossibile e la scuola resta "sospesa"

A pochi giorni dall'avvio del nuovo anno, sarà difficile un contrordine e al Comune di Pietrabruna non resta che organizzare degli scuolabus

Sei alunni su 7 sono stranieri, l'integrazione è impossibile e la scuola resta "sospesa"
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Resta chiusa la scuola di Pietrabruna

Sei dei sette alunni dell’unica classe delle elementari di Pietrabruna (tre marocchini e altrettanti ucraini) sono stranieri, così la scuola resta sospesa perché "è alquanto impossibile che possano integrarsi".

Tutto ha inizio a fine anno scolastico, quando al sindaco del piccolo centro dell’entroterra della provincia di Imperia, Massimo Rosso, viene comunicata la sospensione della scuola per l’anno 2022-2023, in quanto il numero minimo per aprire è di 8 studenti, ma due bambine hanno cambiato regione, un alunno è passato alle medie e quattro studenti sono troppo pochi per tenere aperto.

Tra metà e fine luglio, però, arrivano a Pietrabruna due famiglie di ucraini con tre bambini (due maschietti e una femminuccia) di 6 e 7 anni. Per il sindaco è una buona opportunità per riaprire la scuola.

L'intervista al sindaco Massimo Rosso

Ho scritto al provveditore, informando che avremmo avuto questi tre bambini, che arrivano da una zona di guerra - afferma il primo cittadino -. Ho anche fatto presente, che iscriverli a San Lorenzo al mare, in una classe di venti alunni, avrebbe potuto comportare un ulteriore stress per chi ha già dovuto subire il trauma della guerra. Non ho mai ricevuto risposta scritta a questa lettera, ma in compenso la dirigente scolastica mi ha comunicato per telefono, che la scuola sarebbe rimasta chiusa, perché l’integrazione tra tre marocchini, altrettanti ucraini e un italiano, era alquanto impossibile”.

Sul fatto che gli alunni sarebbero stati sette, anziché otto, cambio poco. “L’anno prima ,abbiamo aperto lo stesso con sette alunni - prosegue Rosso -. Inoltre, non credo che l’integrazione possa avvenire meglio in una classe con un insegnante ogni venti alunni, rispetto alla nostra in cui la proporzione è di uno a sette”.

Per il primo cittadino c’è anche un altro problema

Le due famiglie ucraine non hanno reddito, quindi, se i bambini dovessero studiare in un altro Comune, dovremmo pagare i buoni pasto, ma non ci sono i soldi a bilancio. Fossero rimasti a Pietrabruna, avrebbero potuto rincasare per pranzo, visto che abitano a venti metri dalla scuola”.

A ormai pochi giorni dall'avvio del nuovo anno scolastico, sarà difficile un contrordine e a questo punto al Comune di Pietrabruna non resta che organizzare degli scuolabus, per accompagnare i propri alunni in un’altra scuola del territorio.

Fabrizio Tenerelli

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