Ventimiglia

Super droni a "disco volante" in volo sull'estremo ponente ligure

Indagini georadar e rimappare il Roja dopo la tempesta Alex: gli obiettivi dei droni dell'Università di Firenze.

Super droni a "disco volante" in volo sull'estremo ponente ligure
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I potenti droni del Centro per la protezione civile dell’Università di Firenze, nel quadro del progetto Interreg Alcotra “Concert-Eaux”, sorvoleranno tutta l’area della piana del fiume Roia a Ventimiglia, dalla località Trucco alla foce. L’obiettivo, dal 18 al 28 maggio, è quello di effettuare rilevamenti topografici di altissima precisione.

 

 

I super droni dell'Università di Firenze

Si tratta di droni particolari dotati di una notevole robustezza e capacità di carico, brevettati proprio dall’équipe dell’Università di Firenze. La loro struttura circolare li fa somigliare a “dischi volanti”. I droni della serie Saturn - questo il nome associato al brevetto - che voleranno su Ventimiglia, saranno di due tipi: uno più piccolo e maneggevole per rilievi fotogrammetrici, l’altro invece di maggiori dimensioni (circa un metro di diametro), che sarà utilizzato per veicolare in volo un sistema Lidar, ovvero un dispositivo basato su raggi laser che consenta di realizzare rilevamenti topografici di altissima precisione.

 

Rimappare il Roja dopo la tempesta Alex

Queste attività sono svolte per poter disporre di informazioni sul nuovo assetto che il letto del Fiume Roia ha assunto dopo il passaggio della piena, generata dalla tempesta Alex del 2 e 3 ottobre scorso, e saranno confrontati con altri rilievi fotogrammetrici, anch’essi eseguiti dai droni dell’Università di Firenze, realizzati precedentemente alla tempesta nel 2017 e 2018.

 

Raccogliere queste nuove informazioni sulla morfologia del fiume è molto importante, anche perché una delle conseguenze della tempesta - che ha pesantemente devastato l’alta valle Roia in territorio francese, distruggendo 35 km di strade, 9 ponti e causando innumerevoli smottamenti e frane, fra le quali quelle della strada di accesso al tunnel di Tenda - è stata la mobilizzazione e il trasporto di un impressionante volume di terre e di materiali fini.

 

Una risorsa strategica per la provincia, il Principato e la Costa Azzurra

Questi materiali argillosi sono stati trasportati dalla corrente e si sono depositati nella piana del Roia, con il risultato di impermeabilizzare il letto del fiume impedendo così l’infiltrazione dell’acqua nel sottosuolo e la conseguente ricarica della falda idrica sotterranea. La falda idrica sotterranea del Fiume Roia è una risorsa fondamentale e strategica, poiché da essa vengono estratte le risorse idriche che alimentano gran parte del territorio costiero italiano in provincia di Imperia, la città di Mentone per quanto riguarda la Francia e in parte anche il territorio del principato di Monaco.

 

Le Autorità e i servizi tecnici italiani-francesi si stanno impegnando fortemente per trovare qualche soluzione al grave problema della persistente penuria d’acqua nella falda. Grazie alle attività di precedenti progetti europei Interreg Alcotra, esiste un Protocollo d’Intenti Transfrontaliero, un accordo stipulato nel 2013, per consentire la gestione condivisa italo-francese delle problematiche del bacino idrografico del Fiume Roia. L’esistenza di questo accordo sta notevolmente facilitando i contatti, lo scambio di informazioni e le collaborazioni operative tra Francia e Italia riguardo la gestione di questa crisi.

 

La situazione comunque desta grandi preoccupazioni, soprattutto considerando l’imminenza della prossima stagione turistica estiva, che comporterà l’esigenza di maggiori disponibilità d’acqua proprio nel momento in cui invece questa grave crisi rischia di comprometterne i normali approvvigionamenti.

 

Droni impegnati anche in indagini georadar

I droni dell’Università di Firenze, oltre che per le attività di rilevamento di superficie saranno anche impiegati, in alcune aree specifiche e disabitate, per condurre alcuni speciali test di indagine mediante sensori georadar veicolati dai droni stessi.

Ciò potrebbe consentire di disporre di maggiori informazioni sulle caratteristiche del sottosuolo e contribuire così ad individuare le possibili soluzioni per ripristinare la funzionalità dell’acquifero della piana del Roia, mitigando le conseguenze della tempesta Alex sulle acque sotterranee.

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