Tangente in cambio del permesso di soggiorno: sostituto commissario confessa
"Lui ha detto che non si spiega il motivo per cui non ha saputo resistere alla prima dazione, di essere stato quindi debole"

Ha ammesso i propri addebiti, davanti al gip Anna Bonsignorio di Imperia: il sostituto commissario Luigi Mingherlino dell’ufficio stranieri della questura di Imperia, finito in carcere con l’accusa di corruzione per avere intascato, secondo l’accusa, una mazzetta da 5.000 euro allungata da una cittadina russa titolare di un’agenzia immobiliare, a Sanremo, Yelena Vtulkina, anche lei finita in carcere e oggi comparsa davanti allo stesso giudice per la convalida.
“L’ispettore Mingherlino ha risposto in sede di convalida, confermando quello che aveva detto nell'interrogatorio reso dopo l’arresto - ha affermato l’avvocato della difesa Emilio Varaldo, all’uscita del palazzo di giustizia - rispondendo alle domande del pubblico ministero Veronica Meglio, a quelle del giudice, a quelle dell'avvocato sottoscritto e dell'avvocato Ditta, che era collegato da remoto”.
Qual è la linea difensiva che vi contraddistingue?
“Mingherlino ha confermato la propria responsabilità, si è dichiarato disponibile anche fornire chiarimenti. Il suo intervento non è mai stato per aggiustare delle pratiche, ma, come anche dal capo di imputazione risulta, per agevolarne e accelerarne l'esecuzione nei confronti esclusivamente di richiedenti di origine russofona, che sono molto facoltosi e che, per loro modus vivendi, sono abituati ad avere in tempi brevi permessi. Lui ha detto che non si spiega il motivo per cui non ha saputo resistere alla prima dazione, di essere stato quindi debole, e anche per capire come un poliziotto integerrimo come Mingherlino, universalmente riconosciuto tale dai colleghi, dai miei amici, possa aver affatto con questo. Alcune domande sull'aspetto suo personale, di salute e altri traumi della sua vita, secondo la difesa potrebbero giustificare anche questa mancanza di forza a resistere a un fatto come questo che viene contestato”.
Chiedete la libertà adesso?
“Il pubblico ministero ha chiesto la detenzione in carcere. Noi abbiamo sostenuto che, in base all’ammissione delle responsabilità, al fatto che sia stato sospeso dal lavoro e che non ci sia quindi la possibilità di reiterare i fatti, sia più consona una detenzione domiciliare. La dottoressa Bonsignorio si è riservata”. Anche in questo caso - come in quello di Yelena Vtulkina, il giudice si è riservato
Fabrizio Tenerelli