DURA PRESA DI POSIZIONE

Uilpa contro l'obbligo di green pass nelle mense della polizia penitenziaria

Il sindacato Uilpa della polizia penitenziaria lancia un appello al governo per non creare discriminazioni

Uilpa contro l'obbligo di green pass nelle mense della polizia penitenziaria
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Uilpa contro l'obbligo di green pass nelle mense della polizia penitenziaria

“Apprendiamo che dopo le indicazioni del Ministero della Salute l’Amministrazione Penitenziaria ha imposto l’esibizione del green pass per l’accesso degli appartenenti della Polizia Penitenziaria alle mense di servizio". Lo dichiara Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria, commentando le indicazioni del Ministero della Salute e che prescrivono il possesso del green pass anche per l’accesso alle mense obbligatorie di servizio del personale delle forze di polizia e delle forze armate. "Fermo restando il doveroso rispetto per le istituzioni e al di là di altre e pur importanti valutazioni, ivi comprese quelle correlate all’inesistenza di un obbligo vaccinale per il Covid-19, pensiamo che ciò sia paradossale e grottesco".

Aggiunge: "In pratica, sarà vietato a un appartenente alla Polizia Penitenziaria sprovvisto di green pass di accedere alla mensa di servizio che, per altri versi, è obbligatoria con poche decine di colleghi suddivisi per turni e nel rispetto dei protocolli sanitari, ma lo stesso poliziotto continuerà a espletare normalmente il suo servizio in sezioni detentive con, talvolta, oltre cento ristretti, molti dei quali senza green pass, e senza distanziamento o, ancora peggio, in obsoleti automezzi blindati e con sistemi di aerazione inefficiente per il trasporto dei reclusi".

"Analogamente, i detenuti potranno accedere alle sale socialità, ai colloqui e ad altre attività comuni senza green pass e sempre sotto la sorveglianza dello stesso poliziotto. A fronte di cotanta scelleratezza, verrebbe da esclamare: si salvi chi può".

Fabio Pagani lancia un appello al governo

“Chiediamo al Governo, al Ministero della Salute e al Ministero della Giustzia di ripensarci e di aprire un confronto immediato con le organizzazioni sindacali rappresentative; se obbligo ci dev’essere, pretendiamo la via legislativa e in un quadro di garanzie complessive. Ricordiamo, infatti, che gli appartenenti alla polizia penitenziaria sono costretti a prestare molte ore giornaliere di lavoro straordinario e che non è consentito loro di allontanarsi dal luogo di lavoro per il consumo dei pasti".

Conclude Pagani: “Noi riteniamo che la vaccinazione sia di vitale importanza, io stesso sono da tempo vaccinato, ma non possiamo avallare contraddizioni che rischiano di tradursi in pesanti discriminazioni. Nelle more, peraltro, de- v’essere garantito agli operatori a cui verrà inopinatamente precluso l’accesso alle mense il buono pasto sostitutivo e respingiamo sin d’ora altre ipotesi impositivo e da considerare solo a richiesta, come quelle dei sacchetti precofenzionati, che avrebbero un amaro e inaccettabile sapore ghettizzante”

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