"Un centro migranti a la Mortola renderà vita più facile ai trafficanti"
"E' l’ennesima dimostrazione di come i politicanti operino con la logica del 'buttare il sasso nello stagno e vedere che succede"
L'associazione Terre di Grimaldi è critica sull'ipotesi di un centro a Mortola
"Fare il centro d’accoglienza per migranti a Mortola nel vallone del Rio Sorba, sul confine di un’area protetta, è l’ennesima dimostrazione di come i politicanti operino con la logica del 'buttare il sasso nello stagno e vedere che succede': non avendo nemmeno una pallida idea di cosa fare per risolvere il problema alla radice vanno a caso e, se la gente non protesta troppo, allora va bene". Così inizia una lettera aperta del comitato Terre di Grimaldi, che si è dimostrato piuttosto critico nei confronti dell'ipotesi di aprire un centro.
"Ad oggi per il centro di accoglienza non c’è niente di concreto, nemmeno un progetto, ma solo una “interlocuzione preliminare” fra l’ex Prefetto e il Ministero dell’ interno, sentite le ONG competenti. L’esperienza di questi ultimi due anni ci ha dimostrato che quando si vuole cambiare davvero una legge bastano poche ore. Per cambiare la legge sull’ immigrazione e sulle espulsioni, guarda caso, a prescindere dai proclami, non si è mai fatto niente. Questo significa che, al netto delle periodiche dichiarazioni di qualche ministro, di solito a favor di telecamera e in campagna elettorale perenne, i trafficanti nordafricani con il loro seguito di clienti continueranno a fare i loro comodi e a insozzare la nostra terra con la benedizione dei nostri governanti".
"Le autorità francesi, dal canto loro, sono ben felici, ogni tanto, di infilare nel mucchio dei respinti alla frontiera qualche 'indesiderabile'.
La presenza di un centro di accoglienza a Mortola sicuramente renderà le cose più semplici ai trafficanti: avranno una base logistica stabile per recuperare migranti senza doversi troppo sbattere a cercare qua e là. In questa cornice il recente coinvolgimento della moglie dell’ ex prefetto all’ immigrazione Di Bari in un’ inchiesta per caporalato che ha portato ai suoi arresti domiciliari e alle dimissioni del marito assume quasi i contorni di un contrappasso divino, per il tempismo con il quale è avvenuta, ma è anche un segnale di come attorno al business dell’ accoglienza ci sia un vasto sottobosco di macro e microcriminalità, complementari e solidali fra loro, dove i nordafricani fanno il lavoro “sporco”, ma salendo lungo la scala gerarchica si trovano personaggi di spicco italiani e (perchè no?) europei, fino a Bruxelles e oltre".
"Abbiamo già spiegato in altri interventi che i migranti che passano da qui non sono rifugiati, non sono immigrati umanitari e nemmeno migranti economici: si tratta quasi esclusivamente di giovani maschi nordafricani fra 16 e 30 anni, in perfetta forma fisica, ben nutriti e di aspetto estremamente curato. Volendo fare un’ipotesi si direbbero più mercenari, o paramilitari. Sono persone che talvolta avevano un lavoro in Italia o, in almeno un caso, anche un ruolo presso ONG, ma decidono di disfarsi di tutti i loro documenti passando lungo i nostri sentieri. Documenti che noi, puntualmente, raccogliamo e consegnamo alle autorità".
"Per questo motivo riteniamo che la realizzazione di un centro di accoglienza a Mortola (ma anche in qualsiasi altra frazione di Ventimiglia) sia solo il ripetersi di un errore, e che la sua realizzazione risponda unicamente a logiche di sfruttamento a tutti i livelli che hanno ben poco di umanitario: dal piccolo business del passeur a quello un pò meno piccolo dello sfruttamento della manodopera clandestina a quello della destabilizzazione geopolitica su scala internazionale, che sono tutti collegati e funzionali fra loro".
"Per questo siamo particolarmente grati al senatore Carlo Martelli per aver depositato un’interrogazione parlamentare sul tema, mostrando sensibilità, indipendenza e una capacità di sintesi che sono merce rara in un parlamento completamente esautorato ormai da due anni. Vogliamo sapere dal ministro Cingolani se ritenga appropriata la realizzazione di un centro di accoglienza per migranti in un’area confinante con una ZPS"
"al Ministro Lamorgese chiediamo se fosse al corrente di quanto esposto e se non intenda opportuno valutare una localizzazione alternativa per il centro di accoglienza, ovvero se intenda avviare una trattativa con le autorità francesi e monegasche per una soluzione condivisa e, infine, al ministro Di Maio chiediamo se intenda attivarsi con le autorità del Principato di Monaco per chiarire le competenze circa la realizzazione delle opere di urbanizzazione eventualmente costruite a spese del Ministero dell’ Interno italiano, nel caso una volta dismesso il centro d’accoglienza, esse rimangano a servizio del “Grimaldi garden” o della Scuola di Botanica".
Con l’occasione ci teniamo anche a sottolineare che nell’ area prevista per la realizzazione degli appartamenti del Grimaldi Garden abbiamo rinvenuto rifiuti di vario genere, soprattutto inerti ma anche prefabbricati contenenti amianto ed elettrodomestici, a testimoniare l’utilizzo della ex cava come discarica abusiva per anni. Ci chiediamo se questo aspetto sia stato considerato nel piano finanziario del progetto del complesso residenziale e sia stata prevista un’appropriata e accurata bonifica, e il motivo per il quale, da quando è vigore l’obbligo di ripristino dei terreni, cioè dai tempi del Decreto Ronchi (1997), non si sia mai imposta al principe di Monaco la rimozione dei rifiuti, visto che la sua proprietà ricade su suolo italiano e quindi vale la legge italiana. Ma si sa com’è: se nella fattoria tutti gli animali sono uguali, alcuni animali sono sempre un pò “più uguali” degli altri".