LETTERA APERTA DI MARCO PRESTILEO

Ventimiglia: "La politica arte della mediazione? Certamente non è più così"

"Tu non fai cosa voglio io? Non ne discutiamo per trovare una soluzione, non apriamo un dibattito... ti mando a casa!”

Ventimiglia: "La politica arte della mediazione? Certamente non è più così"
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Prestileo interviene dopo lo scioglimento del Consiglio comunale

"La politica arte della mediazione? Non è certamente più così. Tu non fai cosa voglio io? Non ne discutiamo per trovare una soluzione, non apriamo un dibattito e non cerchiamo un compromesso nell’interesse generale, ti mando a casa!”. A dichiararlo, in una lettera aperta, è Marco Prestileo, capo staff dell’amministrazione comunale di Ventimiglia, retta dal sindaco Gaetano Scullino, sciolta dopo che tre consiglieri della Lega si sono recati assieme alla minoranza dal notaio per dimettersi. Prosegue Prestileo: “Qualcuno si chiederà, siamo in un periodo di crisi, di guerra, abbiamo tutti i fondi del Pnrr da distribuire, abbiamo lavorato a lungo per realizzare opere e progetti importanti (vedi a Ventimiglia la nuova passerella) che sono pronti e possono partire a breve e non discutiamo? No, mi prendo il pallone che è mio e me ne vado, finito il gioco, perché per loro, per questi politici, è solo un gioco di potere e devono garantire la loro personale posizione”.

Lo scopo del politico

E aggiunge: “Scopo del politico? Salvaguardare il bene pubblico, gli interessi generali della collettività e dare impulso all’economia, creando posti di lavoro, cercando di favorire la distribuzione della ricchezza tra tutte le classi sociali? Per carità, non se ne parla neanche, i partiti politici di oggi, ad ogni livello, nazionale e comunale, soprattutto quelli che hanno fatto la loro fortuna sul populismo, pensano solo a recuperare i consensi persi, non chiedendosi perché li hanno persi!”

L'atteggiamento demagogico

Per Prestileo: “Ad ogni livello, comunale e nazionale, vediamo solo l'atteggiamento demagogico volto ad assecondare/accattivarsi le aspettative del popolo, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto, della loro opportunità, in funzione dell'ottenimento di consenso politico o di popolarità attraverso varie possibili forme di propaganda ... triste realtà”.

Abituarsi a questo modo malsano di rappresentare i cittadini oppure reagire

Conclude: "Cosa fare? Piegare la testa, adeguarsi passivamente, abituarsi a questo modo malsano di rappresentare i cittadini oppure reagire? Io non ho dubbi, aspetto il voto e non divento vostro complice, non vado al mare, vado a votare chi ha lavorato con perseveranza e serietà. Non smetterò mai di pensare con la mia testa, non vi faccio decidere al mio posto. Se tutti facessimo così, siamo noi che mandiamo a casa voi! Amministrare, a qualsiasi livello, anche comunale, non è un gioco, amministrare è un lavoro impegnativo se lo si fa seriamente. Nessuno vi obbliga a candidarvi, se lo fate lavorate seriamente, senza giocare con il futuro degli altri. Un po’ di dignità, di responsabilità dovreste averla, pensate ai cittadini e non solo a voi”.

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