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Ventimiglia: lunedì si inaugura il nuovo spazio del "bosco dei lecci"

Lunedì 21 febbraio, ore 11, sarà inaugurato il nuovo spazio appena realizzato del "bosco dei lecci" nell’Oasi di Nervia

Ventimiglia: lunedì si inaugura il nuovo spazio del "bosco dei lecci"
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Lunedì si inaugura il nuovo spazio del "bosco dei lecci"

Lunedì 21 febbraio, ore 11, sarà inaugurato il nuovo spazio appena realizzato del "bosco dei lecci" nell’Oasi di Nervia. Lo annunciano il sindaco della città di confine, Gaetano Scullino con il consigliere all'Ambiente Giuseppe Palmero, che ha seguito dall'inizio il progetto insieme al vicesindaco Simone Bertolucci. Da tempo l’amministrazione veva programmato di riqualificare quest’area in zona Campasso, a Nervia, limitrofa alla ciclabile Pelagos. Realizzare la passerella di collegamento tra le due sponde e i due Comuni, opera importante e voluta dalla prima Amministrazione Scullino, in quella posizione centrale che spacca l'Oasi in due è stato un grosso errore, andava realizzata in un'altra posizione, ma pazienza.

Mitigazione, ampliamento e riqualificazione dell’area verde protetta

sono gli obiettivi che intendiamo perseguire, dicono gli amministratori, tramite la realizzazione di un bosco di Lecci in zona Nervia, creando un'ampia zona cuscinetto tra la ciclopedonale e il Nervia, ma anche chiudendo gli accessi a invasioni incontrollate, che possano creare danno all'area faunistica. "Lunedì mattina, insieme a una classe della vicina Scuola di Nervia, pianteremo alcuni alberi insieme ai ragazzi - avvertono i due amministratori - per dare un messaggio di amore verso l'ambiente che speriamo si propaghi in tutta la città. La scelta di questo tipo di pianta è voluta. Il leccio è senza dubbio uno degli alberi sempreverdi più rappresentativo del bacino del Mediterraneo visto che è a queste latitudini che trova il suo clima ideale".

Il leccio è un albero sempreverde e latifoglie

con fusto raramente dritto, singolo o diviso alla base, di altezza fino a 20–24 m. Può assumere aspetto di cespuglio qualora cresca in ambienti rupestri. È molto longevo, potendo diventare plurisecolare, ma ha una crescita molto lenta. "E' solo un inizio, vogliamo lavorare insieme alle associazioni presenti sul territorio, a tutta la Città, alla riscoperta delle nostre oasi naturali, che sono sette, dobbiamo saperle proteggere, dobbiamo aumentare la cultura della tutela dell'ambiente, senza assumere però atteggiamenti di chiusura da ambientalisti talebani".

Concludono: "Vogliamo avvicinare anche la gente comune, i ragazzi, i turisti, a comprendere l'importanza della tutela dell'ambiente. Dobbiamo riuscire a rendere naturale l'amore e il rispetto per la fauna, l'ambiente e il relax. E questo obiettivo non possiamo raggiungerlo con la chiusura totale a tutti o a tutto, ma ci riusciremo attraverso un'apertura guidata delle zone circostanti l'Oasi faunistica creando anche strutture di accoglienza, sportive e accompagnando i visitatori con guide ragionate ed esperte, magari con la gestione di queste strutture affidate ad associazioni ambientaliste".

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