Via le aggravanti e sconto di 5 anni sul ricovero per il cuoco che uccise il collega a Montecarlo
La Corte di Assise di Appello ha escluso le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, abbassando a 5 gli anni di ricovero
La Corte di Assiste di Appello si è pronunciata oggi
La Corte di Assise di Appello, di Genova, ha escluso le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, abbassando da 10 a 5 anni gli anni di ricovero in una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems), nei confronti di Ricard Nika, 34 anni, il cuoco di origine albanese, ma da sempre residente a Bordighera, incensurato, accusato dell'omicidio - avvenuto il 24 febbraio del 2017 - del collega Alfio Fallica, 30 anni, siciliano residente a Mentone. In primo grado il gup Paolo Luppi di Imperia ha assolto, perché non imputabile, a causa della sua totale incapacità di intendere e di volere. Il suo difensore, l’avvocato Marco Bosio, fece tuttavia ricorso contro le due aggravanti.
Parla il legale della difesa, Marco Bosio
“La premeditazione faceva parte della malattia, che lo ha portato ad agire in quel modo - afferma il legale -. E’, dunque, un’aggravante incompatibile con il vizio totale di mente”. Come accertato in sede di perizia psichiatrica, Nika soffriva di deliri di allucinazione. I cinque anni di Rems, praticamente, ha già finito di scontarli, ma perché possa tornare definitivamente libero, bisognerà valutare la sua pericolosità sociale. “Pericolosità che si sta attenuando - prosegue Bosio -. Al momento si trova in una comunità, con l’obbligo di restare, sottoposto a libertà vigilata. Il suo percorso terapeutico si sta evolvendo. Il nostro sistema afferma che una persona malata la devi curare, non punire”.
La ricostruzione dei fatti
Durante una lite, Nika colpì il collega con vari fendenti sferrati con un coltello da cucina in una cantina del ristorante "Pulcinella" a Montecarlo. Il giovane si costituì ai carabinieri di Bordighera ai quali disse: "Ho commesso qualcosa di grave in un ristorante di Monaco". Stando a quanto ricostruito, dopo l'omicidio, che sarebbe avvenuto quando nel locale non c'erano altre persone, Nika salì sul proprio scooter tornando a Bordighera, dove i militari lo fermarono mentre girava in stato confusionale, scoprendo anche che aveva una ferita ad un braccio procuratosi durante la lite con il collega ucciso. Nei confronti dell'imputato il medico legale che ha eseguito la perizia psichiatrica riscontrò un problema di tipo psico affettivo.
Da sinistra, nella foto: Alfio Fallica e Ricard Nika