Covid

Viola la quarantena e partecipa ad una festa con 40 persone

Aveva contratto il virus mentre praticava calcio ed era in attesa dell'esito del tampone, poi risultato positivo. La denuncia di un cittadino su Facebook

Viola la quarantena e partecipa ad una festa con 40 persone
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Un diciannovenne di Ospedaletti rischia la denuncia per epidemia colposa dopo aver partecipato ad una festa di diciottesimo in una villa con altre 40 persone mentre era in attesa del responso del tampone, risultato poi positivo.

Su Facebook la denuncia di un cittadino di Ospedaletti

"Oramai pare confermato che ad Ospedaletti ci siano casi di contagio da coronavirus. Pare che il focolaio si sia generato a partire dall'attività di gioco calcio che ha contagiato un soggetto giovane che poi abbia trasmesso in famiglia e quindi a scuola e quindi in una festa per un diciottesimo di compleanno alla quale, contro ogni regola, pare fossero presenti più di 40 soggetti tra cui il contatto che aveva fatto un tampone di verifica e che pare non abbia atteso l'esito dell'esame partecipando alla suddetta festa.
Ora avrei alcune considerazioni da fare: ma è possibile che i genitori non siano in grado di controllare i propri figli in una situazione molto difficile causa la nota pandemia soprattutto con un tampone in attesa di esito? Siamo coscienti che la pandemia da Covid sia reale e che rappresenta una fonte di grande pericolo per la salute sia di soggetti deboli ma anche di soggetti giovani e forti? Dato che i contagi si stanno verificando soprattutto nelle famiglie non sarebbe meglio informare le stesse o meglio con convocare i genitori in un incontro informativo (in sicurezza o via web o per comunicazione scritta) sulle norme da osservare gestito per iniziativa dell'amministrazione o della scuola con ausilio di medici che spieghino le conseguenze di tali atti irresponsabili? Purtroppo non si possono applicare pene materiali ma responsabilità morali quelle si per chi mette a rischio la salute altrui.

Infine, personalmente, riconsidererei la definizione ed il rispetto della privacy che, a mio parere, non può prevalere sulla tutela della salute. Anzi la salute viene prima di tutto e l'informazione su soggetti o casi o situazioni che possono contagiare altri deve essere garantita ovviamente in anonimato ma portando l'attenzione per potersi difendere con le dovute precauzioni."

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