Vitto e alloggio non si possono far mancare: Tar annulla revoca accoglienza a straniero
Il prefetto aveva revocato l’accoglienza a un 24enne senegalese accusato di essersi comportato male in una struttura di accoglienza
Il Tar ha annullato l'atto con cui il Prefetto revocava l'accoglienza
Il Tar della Liguria ha annullato il provvedimento del Prefetto di Imperia con il quale si revocava l’accoglienza a un richiedente asilo senegalese, di 24 anni, accusato di essersi comportato male in una struttura di accoglienza della provincia di Imperia. I fatti risalgono al gennaio scorso.
Era stato il Centro di assistenza straordinario (Cas)
della provincia di Imperia a trasmettere la segnalazione al Prefetto. L’avvocato Sonia Fallico ha quindi presentato ricorso dal tribunale amministrativo regionale, che le ha dato ragione, sottolineando in pratica che le condizioni vitto e alloggio non si possono far venire meno le condizioni di accoglienza, per evitare che la persona finisca su una strada.
“L'articolo 20, paragrafi 4 e 5, della direttiva 2013/33, letto alla luce dell'articolo N 1 della Carta dei diritti fondamentali - si legge nella sentenza - deve essere interpretato nel senso che uno Stato membro non può prevedere, tra le sanzioni che possono essere inflitte ad un richiedente, in caso di gravi violazioni delle regole dei centri di accoglienza nonché di comportamenti gravemente violenti, una sanzione consistente nel revocare, seppur temporaneamente, le condizioni materiali di accoglienza, ai sensi dell'articolo 2, lettere f) e g), della menzionata direttiva, relative all'alloggio, al vitto o al vestiario, dato che avrebbe l'effetto di privare il richiedente della possibilità di soddisfare le sue esigenze più elementari”.