Yacht di lusso di Federico Bellezza sequestrato dalla Finanza a Sanremo
Emerso un un meccanismo fraudolento posto in essere mediante il ricorso a false fatturazioni funzionali, tra l’altro, alla commissione di condotte di auto-riciclaggio, attraverso l’interposizione di società straniere.
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, nell’ambito di indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo disposto dal G.I.P. presso il Tribunale meneghino, avente ad oggetto uno yacht di lusso, ormeggiato al porto di Sanremo (IM), battente bandiera britannica, nei confronti di un imprenditore torinese, operante nel settore della robotica industriale, già condannato per frode fiscale. Si tratta di Massimo Bellezza, padre del 28enne Federico Bellezza, salito alla ribalta per aver partecipato al format tv di Rai 2 Giovani e Ricchi, che gli ha dato una certa popolarità.
Le indagini di polizia giudiziaria, delegate al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, hanno consentito di far emergere un complesso meccanismo fraudolento posto in essere mediante il ricorso a false fatturazioni funzionali, tra l’altro, alla commissione di condotte di auto-riciclaggio, attraverso l’interposizione di società straniere.
Nel corso delle attività è emerso che l’indagato, grazie alla complicità di alcuni fiduciari, italiani ed esteri, ha impiegato somme di denaro, provento di frode fiscale, per la capitalizzazione di una società britannica, in previsione dell’acquisto e della gestione dell’imbarcazione sottoposta a sequestro
. In particolare, è stato possibile accertare che l’impiego del veicolo societario di diritto inglese, il cui capitale sociale era detenuto “fiduciariamente” da ulteriori entità giuridiche estere, aveva come unica finalità la schermatura dell’origine dei fondi di provenienza illecita e della titolarità effettiva del mega-yacht, riconducibile all’imprenditore indagato ed al figlio.
L’attività, che si caratterizza per una marcata proiezione transnazionale, si colloca nell’ambito della più ampia operatività della Guardia di Finanza, volta al contrasto delle più diffuse fenomenologie evasive, in grado di generare ingenti profitti in capo ai soggetti beneficiari, ed alle conseguenti operazioni di riciclaggio che ne ostacolano l’individuazione, con l’obiettivo di restituire alla “collettività” i proventi dell’attività delittuose, contribuendo alle prospettive di ripresa e di rilancio dell’economia del Paese.