Zona arancione, Liguria chiede a Draghi di posticiparla di 24 ore
L'appello della Fipe a Toti che inizialmente sembrava disponibile a firmare un'ordinanza che posticipasse l'entrata in vigore della zona arancione a lunedì, dopo San Valentino
Una istanza urgente al nuovo Presidente Draghi, volta a chiedere il posticipo di 24 ore dell’ingresso della Liguria in zona arancione per il contagio da Covid-19 risalito negli indicatori delle ultime settimane. L’ha annunciata in questi minuti il presidente ligure Giovanni Toti, che ha anche specificato, tuttavia, che farebbe eccezione il ponente, più colpito sotto il profilo dell’incidenza del virus.
Zona arancione, Liguria chiede a Draghi di posticiparla di 24 ore
“Una richiesta che stanno già preparando i nostri uffici e che invieremo subito al nuovo Premier augurandoci che dia un segnale importante alle nostre imprese, decidendo con buonsenso di permettere loro di lavorare in un giorno così importante”, scrive Toti, in riferimento alla misura che, scattando dalla mezzanotte e quindi comprendendo tutta la giornata di domani infliggerebbe un duro colpo alle attività di ristorazione che erano pronte a lavorare per San Valentino.
Toti ha persino pensato alla possibilità di fare da sé, ma, sebbene “l’ipotesi di fare un’ordinanza regionale che posticipi la zona arancione è al vaglio, lo scontro tra l’ordinanza del Ministro e la nostra porterebbe al rischio di sanzioni e addirittura di possibili denunce penali per tutti i clienti e i ristoratori che aprirebbero ugualmente. Peraltro, se il contagio aumentasse, potrebbe addirittura profilarsi l’accusa di epidemia colposa. Un rischio che non possiamo far correre ad attività già duramente provate”, spiega.
Anche la Toscana nella stessa situazione: farà analoga richiesta?
Se questo genere di richiesta possa venire accolta, ad ogni modo, è complicato da prevedere. Da un lato, infatti, nella stessa situazione ligure vi è la Toscana: se ambedue le regioni facessero la stessa richiesta, questa probabilmente risulterebbe più forte. Dall’altro, va detto, la dichiarazione di zona arancione è dovuta per l’appunto ad un peggioramento già registrato nei numeri del contagio: ed è proprio una giornata come quella di domani, con prenotazioni da tutto e esaurito in molti locali, a dover preoccupare a maggior ragione per i rischi di diffusione ulteriore del virus. Certo, naturalmente, rischi di cui non sono i ristoratori ad avere “colpa”: forse, ancora una volta, piuttosto che incitare alla “lotta fra poveri” che pretende di mettere in opposizione il portafogli degli imprenditori e i polmoni di… tutti gli altri, sarebbe il caso di ragionare su come davvero sostenere – e se è il caso risarcire nel vero senso della parola – gli operatori commerciali danneggiati. Ma, si sa, a parole son buoni tutti, quando c’è da aprire il salvadanaio, meno.
L'appello dei ristoratori
"Il Presidente Toti - aveva scritto nelle scorse ore ai suoi associati Enrico Calvi, presidente ligure Fipe - ha dato la sua disponibilità (che poi per ovvie ragioni di opportunità non si è manifestata, ndr) a firmare un’ordinanza urgente posponendo la validità dell’ordinanza attuale di 24 ore facendo pertanto iniziare la regole della zona arancione da lunedì 15.
Questo tipo di misura potrà essere invalidata dal Governo, quindi ogni sanzione comminata a ristoratori che il 14 abbiano tenuto aperto e avventori che il 14 si siano recati al ristorante sarebbe valida. Sanzione a cui si aggiunge la responsabilità penale. È una responsabilità che va valutata con attenzione per la difficile o meglio impossibile gestione di migliaia disanzioni.Dobbiamo essere pienamente consapevoli - continua - che l’azione che il presidente Toti è pronto a fare ha solo una valenza politica, e lo stesso Presidente si è dimostrato dispiaciuto delle sanzioni che si abbatterebbero sulle nostre imprese."
Contestualmente la Fipe ha diffuso un manifesto (che riportiamo nella foto allegata all'articolo) polemico nei confronti del ministro Speranza
La lettera della Fipe a Giovanni Toti
"Presidente - si legge nella lettera inviata dalla Fipe di Imperia al presidente della Regione - , l’atto assunto dal Ministro della Salute Roberto Speranza di comunicare il passaggio di colorazione della Liguria ad arancione con la conseguente chiusura delle nostre attività nel giorno di San Valentino il venerdì sera per la domenica è per noi irricevibile. I nostri locali erano già prenotati da giorni, le derrate alimentari di cibo fresco ordinate, pagate e in parte lavorate. Le chiediamo un atto forte: un’ordinanza sulla falsariga di quella assunta dalla Provincia Autonoma che dia alla Liguria la possibilità di posporre di 24 l’effettività dell’ordinanza ministeriale, consapevoli dei rischi che ciò comporterebbe e delle sanzioni che potranno essere comunque emesse ma risoluti nel chiedere il rispetto della propria dignità di imprenditori e di persone."