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A Sanremo la prima traduzione al mondo di un testo del 1630 sulla Beata Vergine

Si tratta della prima traduzione italiana de “La Triple Couronne de la Bien-Heureuse Vierge Mère de Dieu”, scritta da François Poiré nel 1630

A Sanremo la prima traduzione al mondo di un testo del 1630 sulla Beata Vergine
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E’ stata presentata, stamani, nella biblioteca mariana della Fondazione Myriam dei Poveri, in via Meridiana, a Sanremo, la prima traduzione italiana al mondo de “La Triple Couronne de la Bien-Heureuse Vierge Mère de Dieu”, scritta da François Poiré nel 1630, ripubblicata da Prosper-Louis-Pascal Guéranger nel 1849 con riferimento alla edizione del 1643 e alle correzioni di Marie-Jacqueline Bouette de Blémur.

A tradurre il testo sono stati il professor Vittorio Laura Lanteri

e Fiorella Zanetti Mbatchy. “La struttura dell’opera è composta dalle tre ‘corone’ dell’eccellenza, del potere e della bontà - ha affermato Zanetti - ovvero il triregno che viene conferito a Maria in qualità di madre di Dio e sono i suoi simbolo di regalità”. Un contributo letterario di migliaia di pagine: “E’ un lavoro durato quasi due anni- ha aggiunto - più che altro per la difficoltà di poter disporre del testo in modo diverso. Al momento abbiamo realizzato una copia per la biblioteca, completa dei nove volumi per una maggiore consultazione e comprensione e una raccolta di un volume per ogni ‘corona’, più una quarto per la pratica. Quindi, un tomo unico”.

Alla presentazione c’era anche il vescovo di Sanremo, Antonio Suetta

E’ un lavoro - ha detto - che sottolinea il valore peculiare di questa biblioteca che ha molteplici aspetti da mettere in evidenza: una biblioteca mariana per la città di Sanremo, rispetto alla nostra diocesana, che non è così fornita dal punto di vista della mariologia; rappresenta un contributo molto prezioso. La biblioteca è situata in questa casa, che condivide gli spazi con una cappella per la preghiera e una mensa per i poveri. Di conseguenza ci insegna a coniugare la spiritualità, che deve nutrire di buona e sana dottrina e deve tradursi in solidarietà con gli altri”.

Fabrizio Tenerelli

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