A 100 ANNI DALLA NASCITA DELL'ARTISTA

L'ex parlamentare Bertinotti ricorda a Dolceacqua l'artista Barbadirame

Fausto Bertinotti ha dichiarato: “Lo ricordo come una persona molto gradevole e interessante, ma qui lo ricordiamo come artista"

L'ex parlamentare Bertinotti ricorda a Dolceacqua l'artista Barbadirame
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Bertinotti ha ricordato lo pittore Barbadirame

Lo ricordo come una persona molto gradevole e interessante, ma qui lo ricordiamo come artista, anche se Barbadirame è una di quelle persone in cui l'essere artista e la vita stessa della persona sono inscindibili”.

Lo ha detto l’ex parlamentare e segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, in serata, nella sala consiliare del Comune di Dolceacqua, durante una conferenza con la quale ha ricordato la figura dell’artista Mario Raimondo, noto in tutto il mondo col nome di Barbadirame, il quale fu discepolo di Picasso a partire dal 1959.

Barbadirame morì a metà gennaio 2010, a Bordighera, all’età di 87 anni

L’evento è stato organizzato nei cento anni dalla nascita avvenuta proprio a Dolceacqua nel 1923. “Lui stesso è un’opera d’arte - ha aggiunto Bertinotti - la cui scena è questo paese con queste lavandaie sotto il ponte che era stato immortalato da Monet, ma senza la vita del popolo e Barbadirame ce l’ha messa”. L’artista iniziò la propria vita professionale come decoratore, eseguendo numerosi affreschi in residenze private, castelli e chiese di tutta la Riviera dei Fiori e della Costa Azzurra, completando la sua formazione artistica nello studio di Achille Beltrame, a Sanremo.

Ha affermato Bertinotti, durante il proprio intervento (commentando un quadro in galleria)

“E’ interessante ricordare un personaggio di un mondo che è stato un mondo importante, da cui abbiamo cose da imparare, ma che è un mondo che non c’è più. Barbadirame ha vissuto un tempo in cui c’è stato chi ha cambiato la pittura nel mondo, Picasso, e il fatto che una persona che viveva in un piccolo paese, allora sconosciuto, potesse stringere la mano e parlare con Pablo Picasso a me pare una cosa sconvolgente. Una persona in questa terra che si dedica all’arte, che cambia il suo nome nell’arte e traduce il suo mondo. L’opera d’arte era lui. L’opera d’arte è la sua vita".

"Questa capacità di stare con i piedi in una terra molto precisa Capacità di interpretare e di vivere la sua terra, dice di lui Biamonti. Trasfigurazione dell’umano in un animale, se ci pensate è una cosa modernissima, una trascendenza, come le capre vive, animate, che fanno tutto quello che fanno gli uomini. Si può dire che Barbardirame anticipi Sgarbi, solo che invece di usare la capra come invettiva, lui la usa per dire di questa umanità, che è fatta anche di animalità”.

Fabrizio Tenerelli

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