PATRIMONIO CULTURALE

Settanta reperti archeologici rientrati al Museo archeologico G. Rossi di Ventimiglia

Una settantina di reperti archeologici conservati presso l’Antiquarium di Nervia sono rientrati, nei giorni scorsi, al Museo G.Rossi

Settanta reperti archeologici rientrati al Museo archeologico G. Rossi di Ventimiglia
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I reperti sono rientrati al Museo G.Rossi

Una settantina di reperti archeologici, fino ad oggi conservati presso l’Antiquarium di Nervia sono rientrati, nei giorni scorsi, al Museo Archeologico “Girolamo Rossi”, arricchendo ulteriormente la sua importante esposizione e ciò con grande soddisfazione da parte del Sindaco Gaetano Scullino e di tutta l’Amministrazione Comunale. I reperti costituiscono un’importante testimonianza della vita quotidiana presso la città romana di Albintimilium tra I e III secolo d. C., quando il municipio godette di un lungo periodo di pace e prosperità.

Grazie alla proficua sinergia

fra il Comune, che ne ha materialmente curato il trasporto, la Direzione Regionale Musei della Liguria e l’Istituto Internazionale di Studi Liguri, Ventimiglia è finalmente tornata in possesso di questi pregiati rinvenimenti ed un vivo ringraziamento, dice il Sindaco, va a tutte le istituzioni che si sono adoperate per renderlo possibile. Molti di questi pezzi ci raccontano la vita delle persone a cui sono appartenuti, come la lastra opistografa, cioè con iscrizione su entrambe le facce, della giovane Maia Paterna, fanciulla ventimigliese vissuta nel II secolo d.C. e morta prematuramente a soli 11 anni: la lapide, che ne riutilizzava una più antica intimante il divieto d’accesso da parte di Publius Nonius Primus, venne rinvenuta ancora murata sulla facciata della tomba monumentale che accolse le ceneri della ragazza, in una preziosa urna fittile.

Di notevole pregio anche due bellissimi specchi rotondi in bronzo

facenti parte, insieme ad un nucleo di oggetti in avorio, dello strumentario delle toilettes femminili di rango agiato ed ancora uno stilo per scrivere sulle tavolette di cera, alcuni oggetti recuperati tra le ceneri del rogo funebre come chiodi, unguentari vitrei ed argilla. Fra i rinvenimenti si contano anche due olle in ceramica, utilizzate come urne cinerarie, che conservano, completamente intatti, i resti del defunto, per le quali è previsto un micro-scavo con successivo studio da parte dell’antropologa Valeria Amoretti, collaboratrice del Museo Rossi ed attualmente funzionaria presso il Parco Archeologico di Pompei.

Alle operazioni di rientro

hanno sovrinteso Valentina Fiore e Giulio Montinari per l’Area Archeologica di Nervia mentre la dott. Daniela Gandolfi con il dott. Fabio Piuma erano presenti per il Museo Girolamo Rossi ed infine il dott. Stefano Costa, funzionario responsabile per la Soprintendenza Archeologia per le province di Imperia e Savona. La collezione, spiega il Sindaco Scullino, sarà fruibile al pubblico presso l’affascinante sede del Forte dell’Annunziata, già a partire dal mese di maggio, nel rispetto delle restrizioni Covid e rappresenterà un ulteriore tassello per il rilancio di Ventimiglia.

Reperti archeologici Museo Girolamo Rossi balsamari vitrei e argilla dalla necropoli di albintimilium-06698
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Reperti archeologici Museo Girolamo Rossi lastra funebre maia paterna-06704
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Reperti archeologici Museo Girolamo Rossi piatto con resti rogo funebre -06703
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Reperti archeologici Museo Girolamo Rossi specchi in bronzo da corredi femminili dalla necropoli di albintimilium-06692
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Reperti archeologici Museo Girolamo Rossi urne cinerarie dalla necropoli di albintimilium-06700
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