IL CASO

Gli assegni famigliari dei frontalieri che lavorano a Montecarlo a rischio per un "codice"

Migliaia di frontalieri, che prestano la propria attività lavorativa a Monaco, rischiano di non poter più percepire gli assegni famigliari

Gli assegni famigliari dei frontalieri che lavorano a Montecarlo a rischio per un "codice"
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A rischio per un codice gli assegni famigliari di migliaia di frontalieri

Migliaia di frontalieri, che prestano la propria attività lavorativa nel Principato di Monaco, rischiano di non poter più percepire gli assegni famigliari, dal prossimo mese di marzo, per colpa di un “codice”, che in base alla nuova normativa previdenziale italiana, deve essere inserito nella domanda inviata all’Inps.

In pratica, nel formulare la nuova normativa, e quindi anche la nuova piattaforma online per la presentazione delle domande, non è stata considerata la possibilità che un lavoratore possa prestare servizio in un Paese extra-Ue, come il Principato di Monaco, dove le imprese, a differenza degli altri Paesi comunitari, non hanno un "codice".

A sollevare il problema è il segretario dell’Associazione Frontalieri Autonomi Intemelii, Roberto Parodi

Ma c’è anche un secondo problema, che potrebbe presentarsi una volta risolto il primo. Tenendo presente che è l’Inps a comunicare al Principato l’importo dell’assegno da pagare.

L’Italia, nel novembre 2021, ha tolto la detrazione di 950 euro per il primo figlio e di 200 per ciascuno dei figli successivi, trasformandoli in una quota aggiunta all’assegno famigliare, quest'ultimo diventato assegno unico. Il rischio è che Montecarlo possa rifiutarsi di pagare la differenza, visto che quell'importo riguarda la fiscalità italiana e non direttamente il rapporto di lavoro col principato.

Sul caso ha preso posizione anche l’assessore regionale con delega ai Rapporti con i lavoratori Frontalieri, Marco Scajola, che ha contattato l’ambasciatore italiano presso il Principato di Monaco, Giulio Alaimo per confrontarsi sull’argomento ed attuare una collaborazione istituzionale per tutelare i lavoratori frontalieri.

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