Report e bilanci

Imperia 2022: dai dati della CGIL una fotografia della nostra provincia

Imperia migliora ma non basta: dai dati della CGIL il ritratto di una provincia che non riesce a recuperare il gap con il resto del paese

Imperia 2022: dai dati della CGIL una fotografia della nostra provincia
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È un quadro abbastanza inquietante quello tratteggiato questa mattina dal segretario provinciale della CGIL, Fulvio Fellegara, e dal responsabile dell’ufficio economico, Marco De Silva, nel corso della presentazione del report annuale del sindacato.

Imperia migliora ma non basta

Dai dati illustrati emerge una provincia che arranca senza riuscire però a recuperare il distacco sempre più ampio che la separa dal resto del paese e che presenta problemi diversi e strutturali a partire dalla demografia imprenditoriale caratterizzata da un numero altissimo di imprese troppo piccole, fragili e vulnerabili che non riescono a essere abbastanza competitive su un mercato in costante evoluzione. Questa peculiarità delle imprese si riflette sulla sicurezza del lavoro dove i numeri sono sensibilmente peggiorati negli ultimi sette mesi e dove le denunce arrivano solo dai lavoratori italiani, sebbene il 30% degli operai attivi siano stranieri.

Nonostante gli sforzi il tasso di occupazione è il più basso della Liguria (62,1%) mentre quello di disoccupazione il più alto(9.2%)

Si evidenzia una spirale di inefficienza dove un dato crea e trascina l’altro: la formazione scolastica insufficiente, condizionata da un’offerta limitante, da spostamenti difficili e da edifici da rivedere, determina un abbandono scolastico superiore alla media nazionale, con giovani disoccupati e un numero impressionante di neet, giovani cioè che il lavoro non lo cercano nemmeno. A fronte della fuga dei laureati e della scarsa preparazione dei lavoratori, poi, si delinea un mercato del lavoro precario caratterizzato da offerte stagionali, part-time non richiesti e da un notevole gap di genere (circa il 13% per quanto riguarda l’occupazione) e che fa più ricorso a strumenti di sostegno come la cassa integrazione.

Una provincia con tante anime differenti

Molto articolata anche la mappatura relativa alla presenza di stranieri che su scala provinciale vede la popolazione albanese al primo posto, seguita da quella rumena e da quella marocchina, ma su scala locale presenta un quadro molto più dettagliato. Il comune di Airole, ad esempio, quello dove gli stranieri sono più numerosi (32,2%), conta prevalentemente olandesi, francesi e tedeschi mentre a Imperia la comunità più numerosa è quella turca e a Sanremo, il comune con più residenti stranieri, quelle marocchina e rumena.

Differenze importanti sono emerse anche per quanto riguarda la formazione: chi abita a Imperia o sulla costa, ad esempio, ha più possibilità di terminare gli studi rispetto a chi vive a Ventimiglia o nell’entroterra, a causa delle strutture scolastiche ma anche della situazione particolarmente difficile dei trasporti.

Un segnale da non sottovalutare, infine, è anche la diminuzione del turismo russo: un turismo di qualità, che è passato da 24.256 unità del 2019 alle 2.835 del 2022, con un calo non recuperato pari all’88,0%. Un danno sostanzioso per l’economia ponentina considerando che ogni turista russo spendeva in media 180 euro al giorno.

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