Informatico costretto a 14 giorni di telelavoro col Principato per essere stato a Milano
Un informatico imperiese di 54 anni, Romano Arnaldi, impiegato per una società del Principato di Monaco, è costretto al telelavoro per essere stato a Milano
Telelavoro col Principato
Un informatico imperiese di 54 anni, Romano Arnaldi, impiegato per una società del Principato di Monaco, è costretto al telelavoro (non riconosciuto dal governo italiano) dal 22 febbraio scorso, ovvero da quando è tornato da una trasferta a Milano, per motivi familiari e, a fronte del rischio coronavirus, l'azienda gli ha chiesto di restare a casa, regolarmente retribuito, grazie a un accordo con il governo monegasco.
Il problema
come più volte sottolineato anche dal segretario dei frontalieri Autonomi Intemelii (Fai), Roberto Parodi, è che da anni il governo del Principato chiede alle autorità italiane di ratificare un accordo che regoli il telelavoro, ma finora con un nulla di fatto.
"Proprio a causa della mancata ratifica dell'accordo - spiega Parodi - i nostri frontalieri hanno perso centinaia di occasioni di lavoro a Monaco". Occasioni che sono state prese al volo dai francesi.
Il racconto
"Mi ritrovo in una posizione piuttosto strana - racconta Arnaldi - in questo momento sto lavorando da casa, come tanti altri miei colleghi, italiani e francesi, in quanto la ditta ha deciso, in seguito all'allarme sanitario, di stabilire in via eccezionale un periodo di telelavoro. Soltanto che si tratta di una forma non riconosciuta dall'Italia". Se tutto andrà bene, Romano dovrebbe tornare in azienda, lunedì prossimo, visto che domani (sabato) scadono i quattordici giorni di "quarantena".
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