Studio di Confartigianato

Rincaro materie prime, uno schiaffo da un miliardo per le imprese liguri

L'allarme del presidente Grasso "Un freno alla ripresa. Fermare le manovre speculative e calmierare i prezzi".

Rincaro materie prime, uno schiaffo da un miliardo per le imprese liguri
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990 milioni di euro. È questo il valore dell'impatto dei maggiori costi  delle materie prime che pesa sulle 22.963 micro e piccole imprese liguri
attive nel manifatturiero e nelle costruzioni.

 

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Settori che nella nostra regione danno lavoro a 64.281 persone. Il dato emerge dalla recente  analisi dell'Ufficio studi Confartigianato, che, sulla base degli ultimi  dati Bce e Istat, ha quantificato lo “shock” dell'aumento dei prezzi delle  commodities sul sistema delle micro e piccole imprese. Calcolato anche il
peso sul Pil regionale, pari al 2%. A livello nazionale l'impatto è di ben
46,2 miliardi (2,6% sul Pil) ed è tutto sulle spalle di 848 mila micro e  piccole imprese (oltre 3,1 milioni di addetti) che nel 2020 hanno  acquistato materie prime per 156,1 miliardi.

 

Per quello che riguarda l'analisi del trend, il rincaro delle commodities
non energetiche prosegue la sua corsa, seppur facendo registrare una lieve
decelerazione: rispetto al +36,1% di luglio e al +35,9% di giugno, ad
agosto i prezzi segnano un aumento del 31,9% (il confronto è con gli
stessi mesi del 2020).

 

"Un freno sulla ripresa"

«Una situazione che mette un freno alla ripresa, perché riduce il valore aggiunto e la propensione a investire, con conseguenze gravi sulla produttività e l'occupazione – spiega il presidente di Confartigianato  Liguria, Giancarlo Grasso – Accade spesso che molte nostre aziende debbano  rinunciare alle commesse, non solo per il prezzo troppo elevato delle  materie prime, ma anche per la difficoltà a reperirle sul mercato. È ciò  che si verifica, in particolare, nella filiera delle costruzioni, in cui  la domanda accompagnata dall’incentivo fiscale del superbonus 110%  rappresenta un ulteriore fattore di spinta sui prezzi dei materiali edili.  Occorre un intervento forte per evitare manovre speculative, facendo leva,  per esempio, su meccanismi di calmierazione».

 

L'impatto in Liguria

In Liguria l'impatto del caro prezzi è così distribuito tra le province:  Genova è quella che ne fa le maggiori spese, con un peso di 539 milioni di euro sulle sue 11.782 micro e piccole imprese (oltre 35 mila addetti).  Seguono le 4.850 microimprese manifatturiere ed edili di Savona (11.523 addetti), sulle quali lo shock impatta per ben 178 milioni di euro. Sulle realtà spezzine, 2.898 con 9.681 addetti, Confartigianato ha calcolato un impatto da 149 milioni, mentre su quelle imperiesi, 3.433 e 8.064 addetti, lo shock è quantificato in 124 milioni di euro.

 

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