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Ancora uno striscione di CasaPound. "Basta crimini e degrado nei nostri quartieri"
Militanti di CasaPound hanno affisso unos triscione in Piazza Eroi. "Degrado figlio del buonismo"

Striscione di CasaPound in Piazza Eroi
Continua la guerra degli striscioni di Casa Pound. "Basta degrado nei nostri quartieri"
Blitz nella notte dei militanti di CasaPound Italia, delegazione di Sanremo - definiti da loro stessi, a più riprese, fascisti del terzo millennio - in piazza Eroi Sanremesi. E' stato affisso uno striscione recitante il testo "basta crimine e degrado, difendiamo i nostri quartieri", a ribadire che i sanremesi, secondo il movimento di estrema destra, non tollerano più l' incuria e immigrazione che generano percezione di insicurezza nei cittadini, in un quartiere che è effettivamente diventato, negli ultimi anni, una specie di simbolo tra la popolazione di alcune problematiche.
"Degrado figlio del buonismo"
«Piazza Eroi e dintorni è sicuramente una delle aree più problematiche della città - commenta il responsabile sanremese Gianluca Covatta - e meriterebbe un'attenzione particolare da parte dell'amministrazione comunale: abbandono, scarsa illuminazione e venditori abusivi favoriscono il fiorire di attività illecite e la presenza di persone poco raccomandabili. Il disagio che si respira in questa parte della città dei fiori è figlio del buonismo e del politicamente corretto- parole che compaiono spesso nei discorsi di militanti di estrema destra, vicini a posizioni a tratti estreme di esponenti della politica nazionale - di una giunta comunale che, troppo spesso, ha dimenticato di fare gli interessi dei sanremesi».
Fa eco il responsabile provinciale di CasaPound Italia Matteo Diana: «Con l'azione effettuata dai militanti di CasaPound Italia Sanremo ieri notte vogliamo urlare forte e chiaro che noi saremo sempre dalla parte dei nostri connazionali, costi quel che costi. Il nostro movimento è in crescita, sempre più persone si riuniscono sotto le nostre bandiere in ogni città e Sanremo ovviamente non fa eccezione».
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