Covid, vaccini e zona rossa: il sottosegretario alla Salute Andrea Costa in visita a Sanremo
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha incontrato i vertici dell'Asl ed ha visitato il Palasalute di Sanremo
Sì allo Sputnik, ma orgogliosi del nostro Reithera
"Stiamo aspettando tutte le autorizzazioni dagli enti regolatori, dall’Ema che è l’Ente europeo e poi dall’Aifa: è chiaro che non appena ci sarà la certificazione credo che lo Sputnik possa essere un’opportunità in più; così come credo pure che dovremmo esser anche orgogliosi del fatto di avere un vaccino italiano, il Reithera, che sta affrontando tutte le fasi per l’omologazione. Ci auguriamo, che, in un tempo sufficientemente contenuto, si parla di settembre, si riesca ad avere anche un vaccino italiano".
Ad affermarlo è il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa (Noi per l'Italia), che oggi ha incontrato la direzione sanitaria dell'Asl 1 Imperiese ed ha effettuato una breve visita anche al Palasalute di Sanremo.
Dopo aver sottolineato, in tema di vaccini, l'importanza del tavolo istituito dal ministro Giancarlo Giorgetti: "con il quale già quattro aziende italiane hanno dato la disponibilità a produrre in Italia vaccini già certificati e omologati", Costa ha aggiunto: "Martedì sono arrivate in Italia oltre un milione di dosi di Pfizer, giovedì 500mila dosi di Moderna e proprio questa mattina sono arrivate a Pratica di Mare sono giunte 1milione e 300mila dosi di AstraZeneca. Quindi anche sul piano dell’approvvigionamento si comincia ad avere una continuità su quelle che sono le consegne previste”.
"Il secondo trimestre decisivo per il nostro Paese"
"Il secondo trimestre, quello che parte da aprile e arriva a giugno, sarà decisivo per il nostro Paese per due motivi: il primo perché sono previste 50milioni di dosi di vaccino e, cosa ancor più importante, da metà aprile inizierà la distribuzione del Johnson & Johnson che, come tutti sanno, è un vaccino che ci permette di immunizzare con una sola iniezione, quindi ci può aiutare dal punto di vista della tempistica e della conservazione, non avendo bisogno di grosse temperature in diminuzione".
Dalla sua visita, a Sanremo, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa si sofferma sulla tematica delle vaccinazioni e, in merito all'approvvigionamento: "Mi pare che l’Unione Europea abbia finalmente preso una posizione comune, fino a pensare al divieto di esportazione per le aziende farmaceutiche - afferma -. Credo che le condizioni ci siano, c’è stato un cambio di passo nell’ultimo mese, dobbiamo arrivare alle 500mila dosi al giorno, perché questo significherebbe somministrare 15milioni di dosi in un mese e arrivare finalmente all’estate con una situazione molto più tranquilla, con un livello di immunizzazione importante, che ci permette veramente di tornare a una vita normale”.
Costa sul piano vaccinale
Quindi, credo che le condizioni ci sono: il nuovo piano vaccinale ha creato, secondo me, tre aspetti fondamentali: il primo abbiamo ampliato la platea di vaccinazioni, e vorrei ricordare il coinvolgimento dei medici di medicina generale, degli odontoiatri, dei 20mila specializzandi, l’accordo con 270mila infermieri ai quali diamo la possibilità di vaccinare non solo fuori dall’orario di lavoro ma anche delle strutture dove lavorano, per arrivare all’accordo con i farmacisti.
Abbiamo ampliato i punti vaccinali, perché come dico sempre non dobbiamo fare l’errore di pensare che nel nostro Paese ci siano solamente grandi città dove il grande hub vaccinale ha un senso, ma abbiamo anche tutto un entroterra, quindi pensare di poter vaccinare nelle sedi come scuole, palestre, farmacie, significa provare a fare un piano capillare che arrivi sul territorio.
Vaccinazione è unica strada percorribile
"La vaccinazione è l’unica strada percorribile e spero che dalla politica ci sia veramente una condivisione su questo tema. Dobbiamo avere fiducia nella medicina e nella scienza e la politica ha dimostrato di assumersi la responsabilità di decidere: mi riferisco all’obbligo vaccinale per il personale sanitario nelle corsie, perché credo che sia diritto di ogni cittadino, nel momento in cui entra in una struttura sanitaria per essere curato, non correre il rischio di essere contagiato proprio da colui che dovrebbe curarlo".
La vaccinazione, per il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, resta dunque l'unica arma per sconfiggere il Covid. "Abbiamo, poi, introdotto lo scudo penale - ha aggiunto -. perché nel momento in cui chiediamo ai tanti vaccinatori uno sforzo per aiutarci in questa battaglia, dobbiamo creare le condizioni per farlo in tranquillità. Non possiamo accettare che qualche vaccinatore possa essere iscritto nel registro degli indagati per omicidio colposo, solo perché ha somministrato un vaccino".
E conclude: "Mi auguro che quando il decreto verrà convertito in Parlamento la questione dello scudo penale venga allargata a tutto il personale sanitario che in questo anno di battaglia ha vissuto in trincea ed ha curato i nostri malati covid. Anche loro credo che non debbano rispondere di responsabilità che non hanno. Hanno semplicemente svolto il proprio lavoro con passione, competenza, professionalità e grande umanità”.
Il messaggio ai cittadini per queste festività pasquali
“Ai cittadini dico che è un momento in cui dobbiamo ancora avere fiducia, dobbiamo credere che possiamo uscire da questa pandemia. I dati ci dicono che laddove si è proceduto con la campagna vaccinale il numero dei contagi e il numero delle vittime sono in forte diminuzione. Dobbiamo impegnarci tutti, ognuno deve fare la propria parte. Ci deve essere veramente un momento di unione, condivisione, tra tutta la politica e tra tutte le istituzioni perché credo che solamente se riusciremo a far veicolare un messaggio unitario i cittadini riacquisteranno quella fiducia che magari in questo momento è persa. Ripeto, non abbiamo bisogno in questo momento di contrapposizioni in politica.
Il tema delle riaperture è un tema delicato e, come ha detto il premier Draghi, noi come governo vorremmo aprire tutto e subito ma non possiamo non fare i conti con quelli che sono i dati quotidiani che ci indicano che la pandemia è purtroppo ancora presente nel nostro Paese. Vorrei ricordare che ci sono realtà in cui abbiamo ancora terapie intensive al collasso e quindi dobbiamo assolutamente valutare con grande attenzione questo aspetto.
Vorrei anche dire che nell’ultimo consiglio dei ministri c’è stata una apertura su questo tema: al di là dei colori delle regioni, mi pare che il governo abbia detto che c’è la disponibilità a valutare di volta in volta quelli che sono i dati dell’epidemia per valutare anche ipotesi che si possono fare in un tempo più vicino. Mi pare che ci siamo assunti anche una grande responsabilità, e mi riferisco al tema della scuola, perché per troppo tempo i nostri ragazzi hanno perso la scuola in presenza, che non vuol dire solo un percorso educativo ma anche formativo. Questa decisione di riaprire le scuole in presenza anche in zona rossa, mi pare una decisione politica forte, un messaggio forte: vogliamo investire sulla scuola. Abbiamo anche inserito il fatto che le Regioni non possano modificare questa ordinanza e mi auguro che da parte delle Regioni ci sia l’applicazione di quella che è stata la nostra scelta, di cui ci assumiamo la responsabilità.
Come per altro la polemica che ho sentito, mi riferisco alle priorità sulle vaccinazioni, anche su questo il nuovo piano vaccinale indica con estrema chiarezza quelle che sono le priorità: gli ultraottantenni e le persone fragili, e quindi ci auguriamo che questa sia la via maestra. Questa è la direttiva che abbiamo dato come governo, ma anche condivisa con le regioni perché ricordo che il piano vaccinale è stato approvato con l’unanimità nella conferenza Stato - Regioni. Anche questo, e mi riferisco al rapporto di fiducia con i cittadini, non ci aiuta che qualche regione di altre priorità rispetto a quelle che sono state le nostre indicazioni. Credo ci debba essere davvero uno sforzo da parte di tutti”.
Sull'anticipazione di una zona rossa nel Ponente
Su zona rossa anticipata e prorogata fino all’11 aprile a Ponente: “Il tema delle riaperture e delle zone rosse è certamente un tema importante - ha dichiarato Andrea Costa, sottosegretario di Stato al Ministero della Salute - Ma credo che in questo momento sarebbe sbagliato alimentare il dibattito politico tra chi vorrebbe aprire e chi invece non vuole aprire. Non è questo il tema. Dobbiamo essere consapevoli che stiamo affrontando ancora una pandemia: i dati giornalieri ci dicono che non siamo assolutamente fuori, ieri oltre 500 concittadini hanno perso la vita e oltre 23mila contagi.
Quindi credo che dal punto di vista della lotta alla pandemia dobbiamo condividere il percorso che non può essere che quello della vaccinazione. Il piano vaccinale che stai iniziando a dare i suoi frutti. Vorrei ricordare che un mese fa quando ci insediammo con questo nuovo governo venivano somministrate circa 60mila dosi al giorno, oggi siamo vicini alle 300mila al giorno. I numeri ci dicono che dobbiamo fare ancora un po’ di sacrificio, ma la via della speranza di veder ripartire il nostro Paese, credo che sia vicina.
Per quanto riguarda nello specifico, questa è un’ordinanza regionale: evidentemente i dati del territorio hanno indotto il governatore a prendere questo provvedimento restrittivo. Però, ripeto, io credo che la politica si debba confrontare casomai su come aiutare e sostenere tutte queste attività che oggettivamente sono in difficoltà. Sul piano sanitario, ritengo che questa debba essere una battaglia di tutti, dove tutti insieme dobbiamo condividere questo percorso. La via di uscita è quella delle vaccinazioni e su questo aspetto mi sembra che un cambio di passo ci sia stato rispetto al governo precedente”.
Su riaperture e ristori
"Oltre che di un piano vaccinale, c'è bisogno anche di pensare a un vero e proprio piano delle riaperture. Se siamo consapevoli e convinti di quello che stiamo dicendo, cioè che arriveremo alle 500mila dosi al giorno, credo che ci siano anche le condizioni per iniziare a dare un po’ di fiducia individuando date e periodi certi". Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, dalla sua visita a Sanremo sottolinea l'importanza delle riaperture per la ripartenza del Paese. "Ci sono attività che non hanno bisogno di tanto preavviso per poter riaprire, ma ce ne sono altre che hanno bisogno di programmazione e di pianificazioni. Su questo la politica deve assolutamente assumersi la responsabilità di decidere e fare una sintesi su quella che è un’emergenza sanitaria e anche sull’emergenza economica nel nostro Paese”. E sui ristori avverte: "Nell’ultimo decreto alcune novità sono state inserite, ad esempio l’eliminazione dei codici Ateco. Certamente non basta, non è sufficiente: c’è bisogno di altri aiuti, di altri sostegni e mi pare che a questo proposito il premier Draghi, nell’ultimo intervento in Parlamento, abbia dichiarato come ci saranno da qui a breve altri scostamenti di bilancio per avere altre disponibilità economiche per poter dare un sostegno a chi purtroppo da un anno sta soffrendo. C’è quindi bisogno di un sostegno economico".
Parla il direttore generale dell'Asl 1 Imperia, Silvio Falco
Istanze a ministero salute
“Abbiamo sollecitato la possibilità di avere più vaccini e mi sembra che la risposta sia stata netta e chiara: dovremo pian piano, non dico essere inondanti di vaccini, ma averli e la macchina organizzativa messa in campo sul territorio ci permetterà di fare i numeri che dicevamo ieri: 1800/2000 dosi al giorno, che sono quelli che ci porterebbero a risultati importanti prima dell’estate”
Nas su vaccinazioni effettuate
“Ho letto anche io che si stanno muovendo, quindi se sono andati altrove verranno anche da noi. Siamo a disposizione di far vedere. Sapete che sui frontalieri abbiamo investito proprio perché poi i Nas vengono e fanno il controllo, la Guardia di Finanza ovvero i Carabinieri per fare controlli a campione, proprio per essere trasparenti e tranquilli, di vaccinare come diceva il sottosegretario le fasce che erano state decise: ultraottantenni, ultrafragili, con questa eccezione solo per noi per i frontalieri”.
Toti ha parlato di aperture ad aprile. “Il nostro piano di vaccinazione vuole andare in questa direzione. I numeri sono ancora importanti e quindi vanno governati. Mi auspico veramente che questo sforzo richiesto ieri dal presidente a tutto il Ponente possa essere efficace e aiutarsi a uscire anche qualche settimana prima da questa criticità”.
Appello ai cittadini per la Pasqua
“Bisogna riuscire ad avere la forza di rimanere a casa su nuclei ristretti. Lo portiamo in giro noi questo virus, con le nostre mani, le nostre gambe, con il nostro fiato. E’ fondamentale avere la massima attenzione se vogliamo arrivare a diminuire i contagi.
“Se riusciamo ad avere 2mila vaccini al giorno, vaccinando sei giorni su sette, vuol dire 12mila alla settimana: nel giro di 12, 15 settimane noi possiamo pensare di vaccinare tutti coloro che lo vorranno (perché sulla popolazione generale non c’è l’obbligo) e quindi vuol dire arrivare a luglio o ad agosto ad avere messo in prevenzione”.
No vax. “Il 77 per cento del nostro personale si è vaccinato senza necessità di obbligo, quindi se si possa trasporlo alla popolazione, se raggiungiamo quei numeri vuol dire che riusciamo a mettere in protezione la situazione”.
La video intervista al sottosegretario Andrea Costa
La video intervista al dg Asl 1 Imperiese, Silvio Falco
L'onorevole Costa parla del progetto politico di "Noi con l'Italia"