Con una nota stampa, il candidato sindaco per le amministrative sanremesi Fulvio Fellegara, interviene a margine dell'ingresso di un socio privato nell'assetto societario di Rivieracqua, la società che gestisce il servizio idrico nella Provincia di Imperia. Nel mirino, la recente assemblea dei sindaci con la relazione del sindaco di Imperia, presidente della Provincia e Commissario dell'Ato idrico Claudio Scajola.
Fellegara in difesa dell'acqua pubblica
«La Provincia di Imperia si trova di fronte a una decisione cruciale per il suo futuro- scrive il candidato alla carica di primo cittadino di
Sanremo-: la privatizzazione del servizio idrico integrato. L'assemblea dei sindaci del novembre 2019 ha tradito il chiaro risultato del referendum del 2011 deliberando la trasformazione di Rivieracqua da società in house completamente pubblica a società a capitale misto pubblico – privato, con conduzione operativa da attribuire al socio privato. Il Commissario ad acta Scajola ha tentato ieri di sancire questa privatizzazione con la relazione presentata all’assemblea dei sindaci, nella quale la scelta viene motivata dalla necessità di apportare capitale per ripianare il debito maturato dalla società».
Le alternative del candidato sindaco
«Il commissario Scajola e i sindaci che appoggiano questa scelta- ancora Fellegara- dimenticano però di riconoscere che Rivieracqua è una società che opera in un regime di monopolio nel quale la risorsa acqua non avrà mai un calo di domanda e i guadagni sono e saranno sempre garantiti dalle bollette pagate dagli utenti per i prossimi 20 anni. Quindi perché non rivolgersi ad un istituto bancario o ancor meglio a Cassa Depositi e prestiti ed accendere un mutuo senza bisogno di coinvolgere un socio privato?»
"Non ci arrendiamo"
«Noi non ci arrendiamo- spiega-. La voce del popolo è stata chiara quando il referendum ha ribadito in modo inequivocabile la volontà dei cittadini di mantenere l'acqua sotto controllo pubblico. La nostra lotta per difendere questo diritto fondamentale non si ferma. L'acqua è un bene primario, un diritto umano inalienabile, e non può essere soggetto alle logiche del profitto privato. La privatizzazione metterebbe a rischio la qualità del servizio, aumentando i costi per i cittadini, riducendo il numero dei lavoratori e compromettendo la gestione sostenibile delle risorse idriche».
«Continueremo a mobilitarci- conclude-, a sensibilizzare la comunità e a lavorare con determinazione per proteggere l'acqua pubblica. Chiediamo ai sindaci di ascoltare la voce dei cittadini e di respingere ogni tentativo di privatizzazione»