La manifestazione

Ilaria Salis al corteo no Cpr: "Sono luoghi di tortura, vanno chiusi"

In prima fila, tra i partecipanti, anche Ilaria Salis, europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra

Ilaria Salis al corteo no Cpr: "Sono luoghi di tortura, vanno chiusi"
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È in corso questo pomeriggio a Diano Marina la manifestazione contro l’ipotesi di apertura di un Centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) all’interno dell’ex caserma Camandone, nel vicino comune di Diano Castello. In prima fila, tra i partecipanti, anche Ilaria Salis, europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, che ha preso parte al corteo partito alle 16 dal Molo delle Tartarughe, promosso da una rete di associazioni, collettivi e cittadini sotto lo slogan: “Né qui né altrove”.

Salis ha espresso una ferma opposizione al progetto:

“Oggi siamo qui per opporci all'apertura di un nuovo CPR a Diano Marina. Dovrebbero chiudere quelli già esistenti, sono luoghi di tortura, dove vengono rinchiuse persone non per aver commesso dei reati, ma semplicemente perché non hanno il privilegio di avere documenti in regola”.

Nel mirino anche il nuovo decreto sicurezza del governo Meloni, che l'eurodeputata ha definito:

“Assolutamente classista, criminalizza la povertà e allo stesso tempo è un decreto liberticida che va a soffocare ogni forma di dissenso. Non ci stupiamo se la premier Meloni è un'alleata di Orban”.

Alla manifestazione, simbolicamente dedicata a Moussa Balde, il giovane migrante morto nel 2020 nel CPR di Torino, sono presenti anche esponenti della politica locale, tra cui il segretario provinciale di Rifondazione Comunista Alberto Gabrielli e i consiglieri comunali del Pd di Diano Marina Ivan Bracco e Daniela Bozzano.

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La protesta arriva dopo mesi di indiscrezioni mai smentite ufficialmente sul progetto di insediare un centro per il rimpatrio nell’ex struttura militare. Gli organizzatori ribadiscono che non si tratta di un semplice “no nel mio giardino”:

“Ci opponiamo a questo scempio consapevoli che non lo vogliamo né qui né da nessun’altra parte”.

Nel comunicato di convocazione, diffuso nei giorni scorsi dal centro sociale “La talpa e l’orologio”, si sottolinea come i CPR non siano centri di accoglienza ma “centri di detenzione in cui vengono recluse persone che non hanno commesso reati”. Strutture opache, denunciano, dove mancano norme chiare e garanzie minime, rendendole “più invincibili di un carcere”.

Il corteo di oggi rappresenta, secondo gli organizzatori, solo il primo passo di un percorso di mobilitazione “per la chiusura di tutti i CPR, in Liguria e nel resto d’Italia”.

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