Leda Volpi (M5S): "Il ponente ha bisogno di Chirurgia Vascolare"

Leda Volpi si unisce al coro d voci critiche verso la politica della Giunta Regionale sul fronte della Sanità

Leda Volpi (M5S): "Il ponente ha bisogno di Chirurgia Vascolare"
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Leda Volpi (M5S): "Il ponente ha bisogno di Chirurgia Vascolare"

Le decisioni della giunta regionale riguardo al declassamento di gastroenterologia a Sanremo e chirurgia vascolare ad Imperia incontrano sempre maggior opposizione nel Ponente Ligure. Nelle ultime ore a unirsi al coro di protesta nei confronti dell'assessore regionale alla Sanità e vicepresidente di regione Liguria Sonia Viale anche Leda Volpi, Movimento 5 Stelle. Ecco le considerazioni della Volpi, che nella vita di tutti i giorni è medico.

Forse non tutti i cittadini liguri e i tanti turisti che soggiornano in provincia di Imperia sanno che la chirurgia vascolare dell’Ospedale di Imperia opera da anni con numeri
degni delle strutture centrali genovesi, e con percentuali di successo di eccellenza. Cosa succederebbe nel caso in cui la decisione dell’assessore regionale alla Salute
Viale si realizzasse? ancora non è stato chiarito. Il Declassamento del reparto di chirurgia vascolare da Struttura Complessa a Semplice potrebbe comportare la
perdita dei posti letto, di risorse e di personale.

Mi spiego meglio. Posti letto: Per quanto riguarda i posti letto non è sufficiente dire che i pazienti operati potranno essere ricoverati in appoggio in altri reparti perché questo può
comportare problemi organizzativi oltre a rischi per i pazienti (basta pensare al rischio di complicanze infettive che si potrebbe avere mescolandoli nelle stesse stanze dei pazienti sottoposti ad interventi di chirurgia generale). Risorse: una Struttura Semplice riceve meno risorse (intorno alla metà), quindi nel caso della Chirurgia Vascolare questo significherebbe meno attrezzature e meno protesi, quindi meno interventi; così un Reparto chirurgico va a morire perché laddove si riducono i numeri degli interventi e delle procedure si riducono anche gli standard di buona riuscita degli stessi.

Personale: molti medici, specialmente i più giovani e i più motivati, potrebbero richiedere di essere trasferiti in altri Ospedali dove possono crescere professionalmente e mantenere le competenze acquisite dopo anni di formazione e lavoro. Ad oggi il personale del Reparto di Chirurgia Vascolare può fare affidamento solo su 7 medici ed è senza il primario, ma se si scende sotto 6 unità non potrà più essere garantita la copertura dei turni per le urgenze! Il declassamento potrebbe quindi costringere i pazienti in urgenza ad essere trasportati al Santa Corona, con il rischio concreto, in molti casi, di decesso durante il trasporto o di maggiori complicanze per il ritardo nella presa in carico. Sarebbe un passo indietro per la Sanità ligure agli anni ’80-’90, quando dopo numerosi casi di decesso durante il trasporto verso le strutture ospedaliere centrali si decise per l’istituzione della struttura complessa imperiese, guidata negli ultimi anni dall’équipe di altissimo profilo del Prof. Colotto e oggi dall’egregio dott. Gramondo,
che ho incontrato ieri ad Imperia.

Ho voluto visitare la Struttura Complessa di Chirurgia vascolare per rendermi conto dei numeri delle prestazioni: dall’inizio del 2018 al primo agosto sono stati effettuati
276 interventi, ben 577 nel 2017 e 621 nel 2016. Numeri davvero significativi che pongono il reparto di Imperia al primo posto tra gli Ospedali periferici e che
superano anche poli come Pietra Ligure, che l’Assessore e la sua Giunta non possono ignorare. Quel che è grave è che l’Assessore regionale purtroppo non ha ancora chiarito che
cosa succederà alle strutture complesse per le quali vuole decidere il declassamento. Quale futuro si prospetta per i pazienti in questo stato di incertezza?
Il reparto imperiese facilmente non sarà più un centro ambito per i dottori più preparati e aumenteranno i costi anche per le famiglie dei pazienti costretti a lunghi
spostamenti per assistere i parenti malati. La sanità in provincia di Imperia non merita questo trattamento di sfavore e doppio
pesista. Infatti l’Assessore Viale, che è originaria di Bordighera, dovrebbe ricordarsi delle numerose presenze turistiche piemontesi, lombarde e internazionali che
affollano per gran parte dell’anno il territorio da Ventimiglia a Diano Marina (e i nostri Pronto Soccorso!), e tenendo anche conto dell’età media avanzata della
popolazione residente e non, troverebbe subito le motivazioni per una deroga al decreto ministeriale 70/2015 per ciascuno dei provvedimenti di declassamento
messi frettolosamente nero su bianco per Imperia e Sanremo (Gastroenterologia), deroghe che sono state previste in altre regioni (Molise, Valle d’Aosta: in
quest’ultima proprio appellandosi alla numerosità dei turisti sul territorio) ma anche per il nuovo ospedale Felettino di La Spezia. Se non si volesse ricorrere alle deroghe
nel Ponente allora perché non accorpare le ASL1 e 2 così da avere un bacino di cittadinanza più ampio e quindi stare abbondantemente nei numeri previsti dal
suddetto decreto? Il modello di progressivo accentramento delle strutture ospedaliere (tra l’altro applicato senza la rispettiva implementazione delle reti territoriali) deve
necessariamente tenere in considerazione le evidenti differenze geografiche e infrastrutturali (come tristemente testimoniato dalla tragica recente cronaca
genovese) tra Liguria ed altre Regioni: senza la chirurgia vascolare imperiese un paziente di Ventimiglia o dell’entroterra con rottura di aneurisma dell’aorta come
può arrivare in tempi brevi in sala operatoria, considerando le difficoltà del trasporto in ambulanza nella trafficata Autostrada dei Fiori fino al Santa Corona e la
mancanza dell’elisoccorso nelle ore di buio (sperando che tale servizio sia  mantenuto e potenziato in futuro…)? Queste sono le domande per le quali i cittadini
dell’estremo Ponente chiedono risposte.

Leda Volpi, portavoce M5S alla Camera dei Deputati

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