attacco a confcommercio

Movimento Imprese Italiane: "Aver tenuto aperte le attività durante Covid non è reato"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Movimento Imprese Italiane, che interviene sulle aperture durante il periodo del Covid

Movimento Imprese Italiane: "Aver tenuto aperte le attività durante Covid non è reato"
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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Movimento Imprese Italiane, che interviene sulle aperture durante il periodo del Covid

Con grande soddisfazione, come pubblicato da tutti gli organi di stampa, festeggiamo quanto ha stabilito la Cassazione pochi giorni fa. Aver tenuto aperte le attività durante il periodo Covid non costituisce reato. Ecco qui di seguito i link della sentenza: (Sentenza Momi Sigilli elsito Movimento Imprese Italiane) e (Movimento Imprese Italiane Sez. 3, Sent. n. 1616-2024 El Hawi)

Andiamo con ordine

Durante la pagina più triste del nostro passato recente, Momi El Hawi, ristoratore fiorentino e fondatore del movimento Io Apro, decideva di tenere aperte le attività contro ogni Dpcm del Governo Conte, illegittimi e incostituzionali. Gli faceva eco fin da subito e aderiva a tutte le iniziative Alessio Graglia, ristoratore sanremese, vice presidente e cofondatore insieme a Maurizio Pinto del Movimento Imprese Italiane.

Fin dal Maggio del 2020 il nostro Movimento

si è battuto in tutte le piazze italiane per tutelare il lavoro, i diritti e la libertà dei cittadini contro lockdown, coprifuoco, chiusure delle attività, green pass e quant’altro venne messo in piedi e che ricorderemo come le più grande oppressione e vessazione che la storia ricordi dal dopo guerra ad oggi.

Una narrazione falsa quella del mainstream

che causò in circa due anni (dal 2020 al 2022) la chiusura di più di un milione di attività commerciali in Italia e che spinse al suicidio centinaia di imprenditori che videro distrutto in pochi mesi il lavoro di una vita. Il Movimento Imprese Italiane a livello locale fu l’unico che aderì a tali iniziative e spinse i commercianti a tenere aperte le proprie attività fin dal principio.

Spingemmo migliaia di attività in tutta Italia

insieme al Movimento Io Apro a tenere aperte le proprie attività: bar e ristoranti, palestre e piscine, centri estetici, saloni per parrucchieri, sale da gioco e centri scommesse, impianti sportivi, negozi di abbigliamento e casalinghi. Sfidammo tutto e tutti pur di far valere il nostro diritto al lavoro. Alessio Graglia, il vice presidente del Movimento Imprese Italiane, fu il simbolo di questa lotta per più di tre anni.

Ci ricordiamo bene gli articoli e le cronache dell’epoca, le varie prese di posizione di questore, prefetto, sindaco e associazioni di categoria. Ci ricordiamo bene anche dei blitz in stile antimafia fatti nei ristoranti, dalle forze dell’ordine effettuati da polizia, carabinieri, digos, municipale e guardia di finanza con più di dieci agenti alla volta. Trattati alla stregua di delinquenti. Oltraggiati, sbeffeggiati e vilipesi, questo era l’atteggiamento nei confronti del nostro Movimento e di chi, come Alessio Graglia, voleva semplicemente lavorare.

Il Movimento attacca Confcommercio

Come se non bastasse coloro che dovevano rappresentare e tutelare le attività commerciali, ovvero le associazioni di categoria, erano i primi a boicottare queste aperture e a non fare gli interessi di commercianti e imprenditori: “Noi come associazione rispettiamo le regole e invitiamo i nostri associati a farlo e a non aprire i locali”. Così tuonavano prima delle nostre iniziative Confcommercio Sanremo. Graglia apriva le attività contro tutto e tutti, mentre il presidente di Confcommercio Sanremo invece invitava tutti a tenere chiuso (nonostante il commercio fosse al collasso e i titolari delle attività sull’orlo del fallimento) o a rimandare gli eventi, perché per citare le sue esatte parole: “Era giusto chiudere a Novembre per poter riaprire a Dicembre!”

E ancora: “Allora prendiamo una decisione netta e facciamo coprifuoco per Novembre, ma vediamo di riaprire a Dicembre”. E ancora: “Noi come Confcommercio è un po’ che dicevamo che era troppo presto per aprire, sarebbe stato più opportuno magari aspettare date diverse con certezze più assolute. Le aperture ci hanno causato infatti…delle paure, delle psicosi e soprattutto un pericolo che non è da poco…quello di un aumento di determinati casi o dei casi che ci sono ad oggi”.

Caro Di Baldassarre non volercene, non ci rivolgiamo a te a livello personale

ma ci rivolgiamo a te in qualità di Presidente di Confcommercio Sanremo. Adesso finalmente che anche la Cassazione ha emesso la sentenza te lo possiamo dire forte e chiaro: avevamo ragione noi. Auspicavi di chiudere a novembre del 2020 credendo che ci avrebbero fatto riaprire a dicembre, ma non è andata così e noi te lo avevamo detto. Non hanno riaperto a dicembre e nemmeno a gennaio, febbraio e marzo del 2021.

Le associazioni di categoria hanno avallato provvedimenti criminali verso le attività commerciali e Dcpm illegittimi e incostituzionali e adesso sono state sbugiardate. Caro Di Baldassarre, proprio tu, che ancora oggi rivendichi quelle posizioni prese, che ancora recentemente ti sei eretto come il vero e unico punto di riferimento dei commercianti locali, proprio tu che non hai mai risposto ai nostri ripetuti inviti (con tanto di e-mail certificate) e che non ti sei mai presentato ai nostri incontri per parlare di lavoro e di commercio, non ti rendi conto che sarebbe meglio e doveroso fare un passo indietro e ammettere che quelle posizioni prese erano sbagliate e irrispettose verso i vostri associati e verso tutti gli esercenti?

Qualcuno ti ha informato di questa sentenza, te l’hanno fatta leggere?

Ad oggi ti sei reso conto che avevano ragione Momi e Graglia, che aveva ragione Io Apro e il Movimento Imprese Italiane. A dirlo non siamo stati noi ma un giudice. Ora che la Cassazione ha messo definitivamente la parola fine a questa triste vicenda, dichiarando la legittimità nel violare per ben 15 volte i sigilli posti dalle forze dell’ordine ed ha annullato più di 200 sanzioni amministrative prese tra Sanremo e Firenze, che cos’hanno da dire le Associazioni di categoria in merito?

Ci rivolgiamo in particolare agli associati e alle loro famiglie: siete contenti che chi vi doveva tutelare, vi diceva invece di rimanere chiusi, quando, Cassazione alla mano, era giusto aprire? Siete soddisfatti nell’aver lasciato sul tavolo decine e centinaia di migliaia di euro, quando era vostro pieno diritto aprire le vostre attività e incassare? Che ne pensate di alcuni vostri colleghi costretti a chiudere definitivamente perché nessuno li ha mai protetti?

Vi sentite tutelati da chi non si è mai nemmeno posto il dubbio di tutto ciò e ha preso fattivamente le distanze da commercianti come come Momi e Graglia? Basta con queste associazioni collaborazioniste che non tutelano nessuno. Basta con gli amici degli amici.

Movimento Imprese Italiane

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