Consiglio regionale

Parte da Veronica Russo la proposta di legge per togliere il "numero chiuso" dalle facoltà sanitarie

"Contro la mancanza di operatori. "Il numero chiuso avrebbe avuto conseguenze negative per il sistema universitario e per l'intero paese"

Parte da Veronica Russo la proposta di legge per togliere il "numero chiuso" dalle facoltà sanitarie
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Il Consiglio regionale ligure ha approvato all’unanimità, questa mattina, il provvedimento amministrativo n. 47 “Proposta di legge alle Camere ad oggetto: “abrogazione degli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 della legge 2 agosto 1999, n. 264 (Norme in materia di accessi ai corsi universitari)”. Nel mirino il famigerato "numero chiuso".

 

Parte da Veronica Russo la proposta di legge per togliere il "numero chiuso" dalle facoltà sanitarie

Godendo della prerogativa offerte dall’articolo 121 della Costituzione, che prevede la possibilità da parte dei Consigli regionali di presentare proposte di legge alle Camere, e secondo quanto prevede lo Statuto della Regione Liguria, Veronica Russo (FdI) ha presentato una proposta di legge, sottoscritta dai colleghi del gruppo, relativamente al sistema di selezione ai corsi universitari, che attualmente è disciplinato dalla legge 2 agosto 1999, n. 264 (Norme in materia di accessi ai corsi universitari) che istituì il numero programmato per l’accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e delle professioni sanitarie e stabilì le modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, in medicina veterinaria, in odontoiatria e protesi dentaria e delle professioni sanitarie.

La proposta alle Camere chiede l’abrogazione degli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 della legge 2 agosto 1999 n. 264.

 

"Il numero chiuso avrebbe avuto conseguenze negative per il sistema universitario"

«L’iniziativa legislativa- comunica l'assemblea ligure-  è motivata dalla carenza cronica di operatori che l’emergenza pandemica ha reso ancora più evidenti e dagli effetti negativi delle restrizioni all’accesso ai corsi di laurea in ambito sanitario e dell’insufficiente dotazione di risorse per le borse di studio per le specializzazioni dei medici. Secondo il proponente l’introduzione del cosiddetto “numero chiuso” avrebbe prodotto conseguenze negative per il sistema universitario e per l’intero Paese, che già presenta un numero complessivo di laureati inferiore a quello degli altri Paesi europei, con evidenti ricadute in termini di competitività e capacità di innovazione. La proposta di legge, comunque, fa salva la posizione degli studenti già ammessi alla data di entrata in vigore della nuova normativa».

 

La reazione dei consiglieri

Veronica Russo ha illustrato nel dettaglio la proposta di legge e le sue finalità, in particolare relativamente al quadro emergenziale provocato anche dall’epidemia da Covid 19. Il consigliere ha auspicato il voto unanime dell’Assemblea, appello accolto dal parlamentino di Genova. Roberto Arboscello (Pd-Articolo Uno) ha annunciato il voto favorevole del gruppo precisando, però, che occorrerebbe intervenire anche sui corsi di specializzazione universitari. Paolo Ugolini (Mov5Stelle) ha ribadito il voto favorevole al provvedimento già riconosciuto nella competente commissione consiliare condividendo gli obbiettivi della proposta di legge. Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha espresso parere favorevole, ma ha precisato che occorre intervenire per un rinnovamento delle università che risultano in molti casi obsolete e inadeguate. Davide Natale (Pd- Articolo Uno) ha espresso parere favorevole, ma ha proposto di elaborare e votare un ordine del giorno collegato al provvedimento per inserire un sostegno regionale ulteriore per borse di studio. Roberto Centi (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha annunciato voto favorevole, ma ha sottolineato che la scelta delle specializzazioni negli ultimi anni è guidata più dal mercato che dalle vocazioni personali. Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha espresso parere favorevole, ma ha rilevato il preoccupante fenomeno in Liguria della emigrazione studentesca e la necessità di contrastare questo andamento puntando sulla qualità della formazione. L’assessore all’università Simona Ferro ha condiviso l’iniziativa assunta dal consigliere Russo e ha ricordato le azioni assunte un tal senso anche a livello nazionale ispirate al modello universitario francese.

 

«Abolire il numero chiuso significa ristabilire la meritocrazia, ad oggi completamente assente - afferma la consigliera Russo - E' evidente che l'aver limitato il numero degli studenti non ha ridotto i costi della didattica né ha migliorato la qualità formativa. Anzi, al contrario: il test d’ingresso ha spinto molti studenti ad iscriversi a facoltà diverse rispetto a quelle per cui erano più predisposti o ad andare a studiare all’estero con notevoli costi per le famiglie»

«Queste restrizioni di accesso hanno causato, soprattutto nel campo medico già carente di figure professionali, una serie di criticità che ora rischiano di mettere in ginocchio il sistema sanitario nazionale e quello ligure in particolare – aggiunge Veronica Russo - Il modello cui far riferimento è quello francese: istituire un primo anno accademico comune a tutti gli studenti che possono accedere al secondo anno dopo avere superato tutti gli esami del primo. In tal modo verranno eliminati i test di ingresso che spesso si basano su argomenti poco attinenti alla reale preparazione del candidato e verrà fatta una selezione al secondo anno basata esclusivamente su criteri meritocratici»

«Inoltre, sempre per far fronte alla carenza di medici ed operatori sanitari, è fondamentale – conclude Veronica Russo – che vengano aumentate le borse di specializzazione in medicina. Le attuali, infatti, non corrispondono ai reali fabbisogni delle Regioni, soprattutto della Liguria, e non garantiscono di attuare quei percorsi formativi che danno l’opportunità di operare nelle diverse realtà del nostro sistema sanitario”.

Davide Izetta

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