Radicali invocano le dimissioni di Vassallo dopo la bagarre con Bracco in Consiglio
"La religione non è nemica dell'arte, lo sono i suoi servitori. Bracco interpreta il pensiero comune"
Continua ad animare il dibattito politico del capoluogo l'episodio, grave, secondo alcuni, che ha visto protagonisti il presidente del Consiglio comunale Simone Vassallo e il consigliere di opposizione in quota PD Ivan Bracco, che ha visto il primo ha ordinato alla Municipale di espellere il secondo dall'aula a margine dell'acceda discussione sulla "mozione Motosso" che prevede l'obbligo di giacca (e possibilmente anche la cravatta), per i consiglieri maschi dell'assise. Sulla questione intervengono anche i radicali che "chiedono la testa" di Vassallo con le dimissioni.
«Vassallo di nome e di fatto». Radicali chiedono le dimissioni del presidente del Consiglio comunale
«Grave espellere un membro d'opposizione dal Consiglio comunale- scrivono in una nota-; ipocrita l'idea di decoro che ha la maggioranza; farisaico imporre giacca/cravatta in riunioni consiliari; futile dedicare tempo ai vestiti con tutti i guai cittadini e pure, si scusi il benaltrismo, quelli in cursus honorum del Sindaco. Bracco, ispettore che indagò Scajola, interpreta il comune sentire, parla nel tempo che gli spetta, elenca problemi: acqua trasporti, fino ai più scomodi. Il presidente, Vassallo di nome e di fatto, l'accusa d'esser fuori tema, stacca il microfono, lo richiama, lo fa cacciare dai vigili; del Capo fedelissimo, da assessore fu detto suo maggiordomo, ora è anche commissario».
Le scintille esplose quando nel suo intervento, il Consigliere Bracco ha sottolineato- a suo dire- la futilità della discussione a riguardo dell'abbigliamento dei consiglieri, elencando una serie di problematiche tutt'ora non risolte che affliggono la città. Il presidente del Consiglio lo ha invitato a "rimanere in tema" e gli ha tolto la parola. La reazione di Bracco ha portato Vassallo a decretarne l'espulsione a braccia da parte della Polizia Municipla ein servizio durante la seduta.
«Da radicali libertari, paladini di democrazia, rivendichiamo il diritto alla divagazione se funzionale alla tesi- concludono- . Il fazioso Vassallo teme, per zelo verso il suo Padrino, che Bracco arrivi a temi scottanti, usa la zappa sulla democrazia, rivela di non esser all'altezza del compito; e leggere in pubblico la nota prefettizia indirizzata a Zarbano, consigliere, aggiungendo parole sue fatte passar per d'altri, rafforza tale giudizio. Non si entri nel merito di ciò che l'opposizione dice nei pochi attimi assegnati, se no la regola si fa invito a reprimere; l'arroganza del potere viene spesso dal lato opposto degli scranni, con insulti plateali a membri scomodi, abbandoni ineducati dell'aula di chi deve dare l'esempio. Sapegno: non la religione è nemica dell'arte, ma i suoi servi. Così noi: non la politica è nemica della democrazia, ma i suoi cortigiani. Chiediamo le dimissioni del Presidente Vassallo».