Rivieracqua

Sanremo: il PD contro la privatizzazione di Rivieracqua

Netta posizione del Partito Democratico sulle decisioni prese dal Commissario dell'ATO idrico Claudio Scajola

Sanremo: il PD contro la privatizzazione di Rivieracqua
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«Questo significa rinnegare la volontà espressa dai cittadini con il referendum sull’acqua pubblica»

Intervenendo nel dibattito in corso sulla gestione dell'acqua pubblica e prendendo atto di alcune posizioni talvolta sorprendenti di esponenti di altre forze politiche, il Partito Democratico di Sanremo ribadisce - come già aveva pubblicamente espresso nel luglio 2022 – la propria posizione contraria alla trasformazione della società Rivieracqua in S.p.A. e all’ingresso di un socio privato nella compagine societaria.

"Nel 2022 avevamo espresso la nostra posizione, poiché sapevamo che i consiglieri eletti nella lista del Pd – da lì a poco fuoriusciti e già proni alla linea del sindaco Biancheri - avrebbero espresso un voto non in armonia con la posizione del Partito Democratico. Oggi le conseguenze di quelle scelte si stanno rivelando per quello che sono: il fatto di non aver compreso l’importanza del mantenimento in mano totalmente pubblica sia della proprietà sia della gestione della società Rivieracqua, crea grave danno economico a cittadini e utenti.

Come già sottolineato dal candidato sindaco Fulvio Fellegara, l’ingresso del socio privato in Rivieracqua causerebbe un impoverimento della nostra provincia sia dal punto di vista delle risorse economiche, che sarebbero investite dal socio privato in altre attività lontane dal nostro territorio, sia dal punto di vista dei posti di lavoro per le figure amministrative della società e per tutto l’indotto.

A queste considerazioni si aggiunge che il privato opera per conseguire utili da destinare ad altri investimenti e operazioni ritenute economicamente più vantaggiose o lucrative.

È evidente che in questo modo la manutenzione e gli investimenti sulle infrastrutture indispensabili per rendere il servizio idrico integrato efficiente e moderno sarebbero messi in secondo piano. C'è da dubitare quando il Commissario dell'ATO idrico Claudio Scajola (Presidente della Provincia, Sindaco di Imperia e Commissario ATO Idrico), cioè colui che ha portato avanti la richiesta di fallimento dell'ATO, oggi, con falso pentimento, afferma che la scelta del socio privato è l'ultima e unica spiaggia per salvare la società che gestisce il sistema idrico integrato. Forse non sa che la Banca Europea degli Investimenti (BEI), istituto bancario pubblico dell'Unione Europea, tra il 2016 ed il 2022, ha finanziato il settore idrico italiano con 40 operazioni per complessivi 2,9 miliardi di euro, una media di 72 milioni per singola operazioni?

Il precedente o l'attuale Commissario dell'ATO Idrico hanno bussato alla porta della BEI per chiedere i 40 milioni di Euro che servono per salvare Rivieracqua e scongiurare l'entrata del socio privato? Se non l'hanno fatto prima, è necessario che lo facciano al piú presto, altrimenti saranno responsabili dell'ulteriore impoverimento che colpirà la nostra fragile Provincia: indotto che viene spostato altrove e tariffe esose che servono per assicurare un utile al privato. Ci auguriamo che i nostri concittadini non si lascino ingannare da chi oggi manifesta solidarietà e preoccupazione per gli aumenti tariffari e che ieri ha assunto decisioni e fatto parte di maggioranze e schieramenti favorevoli a scelte di cui gli aumenti tariffari sono una delle conseguenze".

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