Scajola annuncia: ancora 5 anni e poi uscirà dalla politica. Rammarico per il "voltafaccia" di Marco
"Credo che sia giusto che mi rituffi nella comunità, dove sono sempre stato e sono sempre ritornato, perché è da qui che deve partire la rinascita di una città, ma quando avrò 75 anni, penso che giustamente potrò dire alla mia famiglia, che mi occuperò dei miei hobby e ne ho davvero tanti".
Lo ha dichiarato l'ex ministro Claudio Scajola, candidato sindaco di Imperia, che nel corso di un incontro con gli organi di informazioni, che si è tenuto, stamani, nel proprio ufficio di via Matteotti, nella città capoluogo, ha annunciato la volontà di condurre ancora un mandato come primo cittadino (sarebbe il terzo della sua carriera), per poi salutare la politica, almeno come ruolo attivo.
Sulla spaccatura, in famiglia, tra l'ex ministro Claudio Scajola, che corre da solo verso il Comune e il nipote Marco, assessore regionale, che ha invece preferito appoggiare la candidatura del suo avversario, l'architetto Luca Lanteri, in linea con il modello Toti, ha dichiarato: "Io ho detto che di fronte alla candidatura di mio nipote, non avrei esitato un attimo a tirarmi indietro, non c'è stato lo stato atteggiamento dall'altra parte". Nel dire queste parole, Scajola non ha nascosto un attimo di commozione e si è dimostrato assai più amareggiato per il comportamento di Marco, che per quello del fratello Alessandro, anch'egli sostenitore di Lanteri.
SULLA SPACCATURA DEL CENTRODESTRA
"Questo governo non avrà il voto di Forza Italia e, mi pare di capire, di Fratelli d'Italia. Anche qui stranezze: entriamo al governo, se ci date un ministero, se no stiamo fuori e se stiamo fuori (riferito sempre a Fratelli d'Italia, ndr) vediamo se ci ci date qualche cosa, altrimenti restiamo all'opposizione. Questo è un centrodestra?". Nel corso dell'odierno incontro con la stampa, l'ultimo prima del voto alle amministrative, Scajola, ex ministro di Forza Italia, ha parlato anche della crisi che sta attraversando il centrodestra. "Non è quello sul quale io ho operato e lavorato da protagonista per vent'anni - ha aggiunto Scajola, rispondendo alla propria domanda - e siccome credo che dovrà nascere qualcosa, partiamo da Imperia, per vedere se recuperiamo il rapporto con la gente". Ai suoi avversari che lo accusano di aver rotto il centrodestra a Imperia, essendosi candidato autonomamente, senza l'appoggio dei partiti, ha risposto: "Io non ho rotto il centrodestra, ma ho posto la mia candidatura e direi che mi sarei aspettato, per primo da Forza Italia, partito che io ho costruito, che dicesse 'siamo contenti che Claudio Scajola si candida sindaco'. La dimostrazione che non l'ho rotto io il centrodestra è che hanno cercato sette candidati, perchè si mettessero contro di me. Il problema, dunque, non era avere un altro candidato: ma che questo non fossi io".
SUL NUOVO GOVERNO
"Ben venga la nascita di un governo. Dubito, però, che questo governo possa realizzare il programma che ha spiegato. Cottarelli aveva ragione quando diceva che quel programma di governo avrebbe avuto un costo di 125 miliardi. Ho sentito diversi personaggi romani con cui ho collaborato nei vari ministeri che ho occupato ed ho avuto conferma che quel programma non potrà essere realizzato". Lo ha detto l'ex ministro Claudio Scajola, nel corso dell'odierno incontro con la stampa, a Imperia. "Ho sempre anteposto l'interesse del Paese a quello di parte - ha aggiunto -. Stare senza governo nei summit di giugno, a livello europeo, sarebbe stato per l'Italia molto pericoloso. Non tutti sanno che proprio nel mese di giugno si decideranno le programmazioni e le distribuzioni dei fondi dell'Ue a tutti i Paesi europei e nei diversi settori. Se l'Italia fosse stata assente anche in questa occasione, avrebbe dato sicuramente l'impressione di essere un Paese che vada abbandonato".
IL SUO INTERVENTO
"Volevo fare il punto con voi a distanza di 10 giorni dal voto", ha esordito Scajola, "Siamo partiti con questa campagna elettorale quando sembrava che non ci fossero candidati, poi sono diventati molto numerosi fino a raggiungere il numero di otto. E' un fatto positivo perché tutto ciò che muove il confronto tra le persone significa democrazia".
Claudio Scajola ha spiegato di aver voluto un nuovo incontro con la stampa per "pareggiare quelli che sono usciti fuori quota" con quelle che ha definito "grandi parate" che hanno visto le visite a Imperia di grandi ospiti "che hanno avuto un trattamento come evento: allora lo rivendico anche io perché sono un ex ministro, anzi pluridecorato in confronto a quelli che sono venuti, sia come qualità di incarico che come tempi, visto che il ministro della Repubblica l'ho fatto per 10 anni".
Indicando una cartina: "Questo è il territorio di Imperia, diviso nelle sue storiche zone: io l'ho girato tutto, mi mancano Poggi e Montegrazie che visiterò tra stasera e domani. Perché ho scelto di girarlo tutto? Perché io sono conosciuto a Imperia, ho visto da sondaggi veri che la conoscenza mia per gli imperiese è la più alta: tutti sanno chi sono. Ma la conoscenza diretta con il cittadino era tempo che non la praticavo, perché la gente mi conosce per la televisione, i giornali, la notorietà, ma per il rapporto diretto, stando vent'anni su Roma, avevo meno possibilità. Tra l'altro avevo anche la gabbia della scorta".
L' ex ministro ha poi passato in rassegna tutte le problematiche della città: "Quando ho raccolto il grido di dolore della città in decadenza e spinto da tante persone ho deciso di dare una mano perché Imperia risalisse e insieme ad una squadra fuori mischia ho iniziato l'avventura di candidarmi a sindaco di Imperia, come primo punto ho ritenuto fosse necessario andare in mezzo alla gente di più. E allora ho girato tutti gli angoli di Imperia, ho rivisto in maniera puntuale tutti i punti delicati della mia città. E poi siccome per natura mi piace studiare i problemi, ho chiesto la collaborazione di funzionari dello Stato, del Comune di Imperia, della Provincia, dei vari dirigenti delle società della provincia che operano su Imperia e ho passato molte ore su questa scrivania per fare incontri e prendere appunti per fare un check up della situazione nella mia città e ho colto che la preoccupazione che si vede nelle persone per il loro futuro è motivata, anzi ancora più forte di come risulta", ha detto Scajola.
Su Amat e Rivieracqua: "Abbiamo il problema dell'acqua, dove l'Amat per decisione del Comune di Imperia è rimasta bloccata, imbalsamata, di fatto decaduta; dove Rivieracqua è una società indebitata fortemente con tante imprese di concittadini imperiesi che non vedono pagate le proprie spettanze: poco patrimonializzata, un carrozzone in questo periodo fra l'altro sotto controllo di commissari giudiziali che andrà a finire o con un fallimento o con un concordato. E nel frattempo la mancanza di manutenzione alla rete ha creato problemi enormi sul dianese e a Imperia con le tubature che scoppiano: il problema dell'acqua è enorme e non c'è ancora il titolo di gestione di chi se ne deve occupare".
Sulla situazione rifiuti: "Il problema rifiuti è esplosivo: la ennesima proroga ad una società privata per la raccolta di rifiuti nella città di Imperia scade nel mese di giugno; la città di Imperia paga una penale di 1milione e 300mila euro all'anno che quindi si riverbera sulle tasse dei cittadini e questa penale viene pagata perché il Comune di Imperia non ha raggiunto quanto previsto dalla legge per la raccolta differenziata. Insieme al fatto di caricare sui cittadini un costo enorme per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti c'è un servizio assolutamente deficitario e sorpassato per una città turistica: la gestione con i cassonetti per la raccolta dei rifiuti è una gestione che non è possibile nei tempi d'oggi. Ritengo che si debba tendere all'obiettivo rifiuti zero che non è un mito ma che si può realizzare perché il rifiuto può diventare un'opportunità anche per le casse comunali con il riciclo e la vendita di molto e con una raccolta che elimini i cassonetti incominciando dai punti turistici più importanti, come prova e come esperimento".
L'obiettivo: migliorare i collegamenti viari con Imperia. “Mi sono impegnato e impegnandomi ho l’obiettivo, e credo si potrà riuscire, di lasciare tra cinque anni (perché lo faccio per un mandato e basta) una squadra di persone fresche, senza bisogno di promesse, compromessi, minacce: perché non abbiamo da difendere niente, abbiamo solo l’obiettivo di far crescere la città. E la città deve avere anche la prosecuzione della sua naturale vocazione, ma con una costanza forte: noi dobbiamo batterci perché i collegamenti per arrivare in Riviera siano più validi. Non potremo mai raddoppiare l’Autostrada dei Fiori, quindi dobbiamo accelerare la Albenga - Carcere - Predosa. Sono lieto, come mio ultimo atto da ministro, ormai otto anni fa, di aver fatto approvare dal CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr) il progetto preliminare finanziato dallo Stato. Quella bretella ci permette di collegarci con la Torino-Savona e con la Voltri-Alessandria e quindi di prendere i flussi turistici della Lombardia e del Piemonte che oggi hanno difficoltà nel collegamento via Genova. Dobbiamo insistere con forza, ridando prestigio a questo capoluogo di Provincia, sulla quella progettazione. Fra poco scadrà la concessione dell’Autostrada dei Fiori e quindi, avremo quell’occasione, per pretendere che venga inserita, nel rinnovo della concessione all’Autostrada dei Fiori, il finanziamento della parte preponderante della Albenga - Carcere - Predosa e il resto ce lo dovrà mettere lo Stato”.
I ruoli di Regione e Comune: “La Regione, insieme al Comune, deve fare voce più grossa per i grandi temi. Meno comunicazione, più fatti. Così deve essere fatto per la ferrovia: se non si prosegue sulla Andora-Finale Ligure poco ha significato l’aver aperto i due tratti precedenti da Ospedaletti a San Lorenzo e poi da San Lorenzo fino ad Andora. Anche qui i Comuni dovranno fare la voce grossa per farsi sentire.
Cittadella dello Sport. “Abbiamo una buona piscina, un buon palazzetto. Dobbiamo proseguire su questa strada. Ho visitato il campo di atletica e, ahimè, il tappeto è già distrutto dopo pochi anni. Bisogna rifare il tappeto che serve non solo per i nostri giovani sportivi, ma anche per poter accogliere manifestazioni sportive di livello e far venire anche a svernare, qui da noi, atleti che grazie al clima potrebbero portare turismo e ricchezza”. E ancora: “Al Parasio dobbiamo sistemare l’antica palestra Maggi, attualmente fuori norma e che trova difficoltà a poter ospitare alcune specialità sportive. Dobbiamo fare due palestre nuove in altre zone di Imperia e utilizzare la palestra Maggi per risolvere il problema dei parcheggi nel Parasio, ma solo dopo aver realizzato due nuove palestre. I soldi? Non so cosa sia successo: il Credito Sportivo dà mutui a interessi zero a vent’anni per attrezzature sportive, quindi credo che vada proseguito un grandissimo sforzo per completare una realtà di turismo sportivo”.
IN GIRO PER GLI UFFICI DELL'EX MINISTRO
"La lista si chiama Forza Imperia, perché Berusconi non ha voluto dare il simbolo di Forza Italia. Ho poi smesso la polemica, ma se lei vede Bordighera, ad esempio, c'è il simbolo Forza Italia Berlusconi; così come ad Alassio, a Sestri levante e in tutta Italia. Qui, c'è Forza Imperia e a me va bene così". Una volta terminato l'incontro con la stampa, l'ex ministro Claudio Scajola ha accompagnato i giornalisti in giro per gli uffici della palazzina, di via Matteotti, storica meta dei grandi della politica, nei primi dieci anni del nuovo millennio, epoca in cui Scajola è stato per quattro volte ministro, oltre che presidente del Copaco. Da un salotto all'altro, Scajola mostra una serie di fotografie che ritraggono la sua lunga carriera di politico: da quella con Papa Ratzinger, a quella con l'allora ministro dell'interno tedesco Otto Schilly, a quella della sua nomina di ministro. A un certo punto apre una porta blindata, al di là della quale c'è una sala riunioni con al centro della stanza una foto incorniciata che ritrae il simbolo di Forza Italia. Ed è proprio in questo contesto, che l'ex ministro indica la foto e afferma: "il vero simbolo è questo". Dopo aver rimarcato come il centrodestra avversario - quello dei partiti, che appoggia la candidatura di Luca Lanteri - sia stato costretto a portare personaggi poitici di spessore per promuovere la propria candidatura (da Giorgia Meloni, a Matteo Salvini, per portare un esempio), Scajola, rivendicando i propri vent'anni di parlamentare, due mandati di sindaco e quattro di ministro, ha sottolineato: "Non avevo bisogno di medaglie".
I VIDEO: GLI INTERVENTI, L'INTERVISTA
LA VISITA GUIDATA NEI SUOI UFFICI