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Coaching a Sanremo: la parola a Chiara Angela Boetti

Sono Chiara Angela Boetti, sono di Cuneo ma vivo a Sanremo dal 2009 e mi sono inventata una figura professionale nuova: sono mental coach professionista per aiutare i papà a conquistare i propri figli attraverso il gioco, senza comprare il loro affetto con i regali ed avendo più tempo per se stessi in soli 3 mesi.

Coaching a Sanremo: la parola a Chiara Angela Boetti
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Ma che cos’ è il coaching? E’ una partnership, un’alleanza tra coach e cliente.
E’una conversazione tra pari costruita su un metodo sul quale si snoda
un processo di sviluppo basato su domande potenti per aiutarti a raggiungere obiettivi complessi
attraverso un piano d’azione efficace specifico.
L’ambiente in cui si svolge è riservato e sicuro, di fiducia, rispetto e collaborazione reciproci.
E’un viaggio creativo dentro te stesso.
E’la (ri)scoperta delle tue risorse interiori.
E’un supporto al miglioramento dell’auto consapevolezza
al fine di facilitare la tua crescita personale.
“Sali in carrozza!”
La parola coach significa proprio "carrozza",
termine che rimanda all’idea del viaggio, del percorso che faremo insieme.

Una persona si rivolge allo psicologo (che a differenza mia non è un facilitatore di processo, ma un terapista) perché pensa che ci sia qualcosa dentro di lui che funziona poco e che quindi con le sue sole energie non ne esce. In generale, posso solo rassicurarti che non c’è niente che non va in te, vai benissimo così come sei, stai solo attraversando passaggi, dubbi, paure, normali nell’esistenza di una persona, un momento difficile. Tu non lo sai forse, ma dentro di te hai già tutte le risorse per venirne fuori; questa è la buona notizia. Non è facile riuscirsi da solo a trovarle queste risorse, ecco perché ci sono io come coach. Il coach non è né terapista, né consigliere, né motivatore, ma un facilitatore di processo.
La persona che viene dal coach si aspetta un miglioramento di qualità della vita, una salute mentale migliore, imparare a gestire meglio il tempo, sentirsi valorizzati nel proprio ruolo, conquistare una mentalità diversa, gestire in modo sereno e funzionale i propri stati emotivi: questi però sono tutti obiettivi mentali. Il coach ti aiuta a trasformali in azioni per cambiare i tuoi comportamenti e migliorare la tua vita in modo concreto e risolutivo.

Con i papà affronto un percorso di crescita di almeno 3 mesi (tutte le informazioni su questo sito – www.lacoachdeipapa.it ), attraverso un’analisi che la persona fa su se stessa e che la porta a riconoscere i propri valori e risorse e a “metterli al lavoro” immediatamente per arrivare subito a costruire il futuro desiderato.
I papà che si rivolgono a me sono anche manager o imprenditori, spesso avvertono che nella loro vita familiare e/o lavorativa non tutto fila liscio come dovrebbe, vivono sofferenza e disagio, hanno molto chiari gli effetti del problema che però di per sé appare nebuloso e poco identificabile la sua origine. Avvertono ad esempio che il rapporto con i figli o la compagna non va ma non sanno perché e in cosa stanno sbagliando e qui è utile una figura come la mia.

Negli ultimi anni mi sono diplomata in coachig prossemico alla Roberto Rigati Coaching School, sono membro ICF (l’associazione di coaching più grande e riconosciuta al mondo) e mi aggiorno in continuazione seguendo numerosi corsi formativi inerenti al coaching. Ho scelto di supportare la figura del padre in situazioni sfidanti anche molto delicate come ad esempio le prime fasi dopo la separazione anche perché ci sono ad oggi molti professionisti in questo ambito specializzati nel sostegno alle madri ma credo nessuno dedicato ai papà. Penso di essere l’unica forse in tutta Italia, sicuramente nella provincia di Imperia.

Perchè proprio i papà potrebbero avere dei problemi? Il papà è quasi sempre il genitore che trascorre meno tempo con il bambino. Spesso non ha proprio l’occasione di sviluppare le sue innate capacità di accudimento ed ascolto dei suoi bisogni. Come genitori siamo spesso stanchi e non dimentichiamo che nessuno ci ha insegnato a esserlo. Capita che il papà non venga rispettato perchè torna magari la sera tardi ed è visto dal figlio come l'amico o come chi regala un gioco per avere un momento insieme di felicità. Così non si fa altro che costruire rapporti basati sul ricatto e la convenienza. Non dimentichiamo che siamo continuamente studiati dai bambini che testano i nostri ma soprattutto i loro limiti e che il più efficace metodo di educazione che abbiamo è trasferire loro il nostro migliore esempio.

All'interno della famiglia, quando nasce un figlio, c'è bisogno che entrambi i genitori riescano a trovare un equilibrio tra essere e fare, ritrovando piano piano anche il tempo per se stessi da dedicare a ciò che amano o amavano fare. Spesso ci si cala troppo nei panni di genitori, anche presi dall’entusiasmo di una nuova dimensione di famiglia, ma si finisce spesso per annullarsi come coppia e come persone e non va bene. Quando le cose vanno male non è detto che si risolvano e difficilmente si risolvono da sole, perché si entra in una modalità di comunicazione rigida e conflittuale, non funzionale al dialogo costruttivo. Si crea il rischio concreto che nascano anche problemi gravi nella coppia. Spesso c'è una vera e propria confusione a livello emotivo nelle donne e allo stesso modo negli uomini, che però hanno più difficoltà a chiedere aiuto. Io, insieme a questi papà che seguo, cominciamo dal diradare questa nebbia di confusione e per arrivare ad una rinascita prima di tutto personale.

Da dove è nata l'idea di specializzarmi in questo campo? Sono una madre e con Simone abbiamo tre figli piccoli. So perfettamente quanto possa essere difficile vivere quotidianamente le gioie ed i dolori della famiglia. Mi sento di essere per i papà che desiderano evolvere, un punto di riferimento femminile che non giudica, con esperienza diretta, che è in grado di offrire quello sguardo esterno che permette loro di accorgersi e “dare un nome” al problema e quindi di risolverlo. In casa spesso non c'è un confronto alla pari ed è più facile giudicarsi, scaricandosi addosso colpe e a volte anche aggressività. Penso di essere una donna che riesce a mantenere in piedi una famiglia felice insieme ad un bravo papà. Oggi giorno non è poco.
Come funziona il percorso di coaching? Il coaching è un metodo fatto di domande aperte che normalmente una persona da sola non si farebbe. Le risposte sono illuminanti perchè fanno emergere modalità di pensiero e reazioni che poi ci permettono di far si che le persone elaborino e mettano in atto delle strategie legate al gioco per costruire un rapporto con i propri figli ricco di stimoli e serenità. Cerchiamo di fare in modo che questi papà guadagnino tempo prezioso e diventino competenti nel gestirlo in modo funzionale, conquistando il bambino attraverso il gioco ma senza comprarlo con dei regali.

Al termine del percorso si impara ad avere una relazione migliore con se stessi e con i propri figli e che poi si può applicare anche ad altri ambiti, ad esempio al lavoro o alle amicizie. Il bambino cambia atteggiamento nei confronti del padre e ha piacere di essere coinvolto nell'attività di famiglia e il papà capisce che quel tempo passato insieme non è solo un dovere. Si creano dinamiche di complicità che gli permettono di capire come interagire crescendo insieme.

E’ sempre il momento giusto per iniziare questo tipo di percorso perché i figli meritano la migliore versione di noi stessi, ma anche tu come papà meriti di goderti e di offrire agli altri la miglior versione di te. Meriti di vivere scegliendo consapevolmente ciò che è il meglio per te stesso, senza essere vittima del giudizio costante dell’ambiente in cui sei inserito. Se entrambi papà e figlio si divertono, ne consegue un alleggerimento del clima familiare solitamente fatto di obblighi, regole e stress.

La 'famiglia del Mulino Bianco' non esiste. Tutte le famiglie affrontano dei periodi sfidanti, è successo anche a noi. Abbiamo lottato ci siamo ascoltati, aperti e ci siamo comportati come una squadra. Questa è la soluzione. Ogni giorno portiamo il nostro colore ad un arcobaleno che è già bellissimo.

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