Presentata nell’Aula Magna di Villa Spinola la riforma della sanità ligure. Presente in loco l’assessore regionale Massimo Nicolò, in video collegamento il governatore Marco Bucci.
Riforma della Sanità: le linee guida
La ragione principale che ha spinto la giunta ligure a elaborare la riforma è certamente l’aumento dell’età media che ha portato la Regione a essere una delle più anziane del Continente. Soprattutto rispetto a 40 anni fa, a cui risale l’ultima grande riforma. Su questo scenario si innestano anche altre criticità, come la disomogeneità del territorio e dei servizi e la necessità di sollevare gli ospedali quali unico luogo di cura.
Il primo punto fondamentale riguarda la centralizzazione dei servizi di back office in un’unica realtà, permettendo di liberare risorse da investire poi sul territorio. Le aziende sanitarie saranno trasformate in aree e tutti i dipendenti faranno riferimento a un’unica entità centrale, con stipendi uniformati e concorsi comuni, favorendo anche la mobilità (assolutamente volontaria).
Tra i cardini, il potenziamento (anche dal punto di vista della sostenibilità) della medicina territoriale, integrando il mondo sanitario e quello sociale, il potenziamento dei sistemi digitali territoriali e della telemedicina, l’empowerment del cittadino (imparare a essere paziente, rendersi parte attiva) e la riorganizzazione della rete ospedaliera attraverso i criteri di sostenibilità e appropriatezza.
Cosa cambia per Asl1
Verrà formalizzata Azienda Tutela Salute Liguria, un’unica azienda territoriale sociosanitaria, con un unico bilancio e un unico direttore generale (nominato dalla giunta, affiancato da tre direttori, sociosanitario, sanitario e amministrativo). Le 5 Asl manterranno la struttura di forma, ma cambiano nome in “Aree sociosanitarie” e avranno un Direttore di Area che si occuperà solo del governo della parte sanitaria territoriale. Tra le Asl e la direzione sanitaria si inserisce una sesta area, ex Alisa, ora Liguria Salute. Il rappresentante della conferenza dei sindaci avrà un ruolo chiave nella direzione della sanità territoriale.
Il distretto socio sanitario diventa sede della programmazione integrata e della presa in carico, integra i Punti Unici di Accesso e permette la partecipazione dei sindaci del territorio.
A Genova
Discorso a parte per l’Azienda Ospedaliera Metropolitana di Genova che comprenderà San Martino, Galliera, Villa Scassi e l’ospedale Erzelli, una volta ultimato, in una delle aziende ospedaliere più grandi d’Italia. Obiettivo migliorare le sinergie (anche nella formazione universitaria) tra le strutture e portare vantaggi come una programmazione unica, protocolli omogenei e riduzione delle liste d’attesa.
La riforma della sanità ha incassato nei giorni scorsi l’approvazione del Cal (Consiglio delle Autonomie Locali) con uno scarto minimo (3 voti) e la promessa di un maxi emendamento che in sostanza concede più partecipazione ai sindaci, da portare in Consiglio regionale.